Mi sono soffermato sulla prima lettura, sull’esperienza vissuta da Mosè sul Sinai. Provo sempre una…
DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Scritto il 14 giugno, 2025

La Trinità “parla” di noi. Siamo creati a sua immagine e somiglianza di Dio e Dio trinità ci dice che siamo fatti per vivere in relazione con l’altro. Non possiamo pensarci come persone fatte per la solitudine. Anzi la Trinità ci spiega perché la solitudine è così dolorosa quando non è una dimensione cercata per riflettere, osservare; prendere le giuste distanze da qualcosa che accade e magari comprendere meglio di cosa si tratta, di cosa c’è in gioco; quando non è cercata per esaminare la nostra coscienza, riconoscere i nostri limiti e difetti e iniziare a prenderne le distanze; quando non è utile per essere consapevoli delle nostre capacità e possibilità; quando non è la giusta dimensione per gustare un dono e vivere una profonda gratitudine. La solitudine è dolorosa quando in qualche modo non ospita in se il nostro essere in relazione con l’altro, con Dio, in relazione tra noi.
La trinità di dice che Dio è relazione, è comunione, è dono reciproco. Dio è amore, reciprocità, scambio, superamento di sé, incontro, abbraccio, comunione. Pensiamo ai nomi che Gesù ha usato per raccontare Dio…sono nomi che contengono legami: Padre, Figlio, Paraclito.
La trinità dice chi è Dio e ci “parla di noi” e ci dice che siamo fatti per la comunione con gli altri, che siamo chiamati all’amore, che l’essere dono è ciò che ci fa veri. Siamo nati per amare e riempire d’amore il mondo.
Viviamo grazie agli altri e gli altri vivono grazie a noi e possiamo tutti fare la differenza tra il vivere in pienezza e il sopravvivere.
Nel racconto della creazione dell’uomo il creatore si esprime così: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza…. E la somiglianza non sta nel fatto che l’uomo crea, che è come lo spirito che si librava sulle acque o che è immagine del Verbo che era da principio presso Dio ma nel fatto che l’uomo è creato a somiglianza della comunione, del legame d’amore, della condivisione della trinità.
Al termine di una giornata possiamo riconoscere di non aver pregato abbastanza o addirittura mai, di non aver creato nulla di nuovo, di non aver avuto intuizioni geniali ma se abbiamo creato o custodito legami, se ho abbracciato o accarezzato, se ho dato gioia, se ho vissuto comunione sono stato niente meno che immagine della trinità. Ho offerto una bellissima testimonianza di fede e di verità.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo
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