Riprendiamo il commento al Vangelo della Domenica con un sacerdote del nostro Decanato. Sarà don…
DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA SECONDA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
Scritto il 19 gennaio, 2019

Alcune riflessioni: Gesù, e con lui Maria, alle nozze di Cana smentiscono immagini false di loro costruite dal nostro buon senso: Gesù fa come primo miracolo non un miracolo “dignitoso, davvero necessario”, ma un miracolo piuttosto “superfluo, o addirittura sconveniente”. Gesù, e con lui Maria, non dice che hanno già bevuto abbastanza, come probabilmente avremmo detto noi. Gesù e Maria non sono moralisti guastafeste: senza più vino, che festa sarebbe stata? Perché tutto questo? Parchè a muovere Gesù, e con lui Maria, non è il proprio prestigio personale, ma la condiscendenza verso di noi, quindi l’amore.
Maria sembra arrivare prima di Gesù a comprendere che è sì giunto il momento che inizi a operare e a rivelarsi. Non capiamo come Maria sia arrivata a comprendere questo: Forse però neppure lei sapeva come Gesù sarebbe intervenuto. Le sue parole dette ai servi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, esprimono però la fede e la fiducia di Maria nella capacità di Gesù di condurci a superare ogni situazione umanamente irrisolvibile. Maria si presenta non solo come colei che intercede presso suo figlio, ma anche che ci invita ad avere fiducia in lui sempre. A una condizione: “Qualunque cosa vi dica, fatela”.
Il vino del miracolo è migliore di quello pur buono preparato per il banchetto. Cosa significa questo? Nozze, festa, banchetto, vino: sono tutti elementi che esprimono gioia. L’essere venuto a mancare il vino preparato per il banchetto rimanda alla brevità delle nostre gioie umane. Il vino di Gesù, sovrabbondante e migliore, rimanda invece alla maggiore consistenza della gioia donataci da lui. E’, ad esempio, la gioia che invade Zaccheo e la sua famiglia quando apre la sua casa ad accogliere Gesù: non un’accoglienza intimistica di Gesù, ma un’accoglienza che ha subito bisogno di aprirsi in una vita di giustizia e di carità. Dobbiamo chiederci: abbiamo noi questa gioia di Gesù? La gioia di Gesù è la gioia del perdono dato e ricevuto, quando tutto diventa più bello di prima; è la gioia della giustizia, anche terrena, ma vissuta in prima persona, senza livore o odio verso gli altri; è la gioia di quando lavoriamo per i diritti dei più deboli, non la gioia di quando ci sono tolti di mezzo.E’ la gioia delle beatitudini e di quando ci sentiamo figli sempre amati dal Padre.
Libro di Ester 5,1.2-5 Ester è una giovane ebrea che, divenuta regina accanto al re di Persia
Assuero (sec. V a.C.) intercede per il suo popolo presso il re e lo salva dallo sterminio.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-14 “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro
Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo”. Vangelo secondo
Luca 3,15-16.21-22 Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti
da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Don Gabriele vicario parrocchiale
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