LA LECTIO DI DON GRAZIANO: TEMPI DIFFICILI PER LA FEDE

Scritto il 16 agosto, 2015

Non è gratuito affermare che corrono tempi difficili per la Fede. Non è mai stato facile credere veramente, ma il dubbio sembra essere un elemento normale nella vita di molte persone, oggi che sono caduti tanti sostegni ambientali e ci sono meno condizionamenti sociali.

La crisi di fede non è soltanto religiosa, ma anche umana. L’incredulità si estende a ogni programma politici, sociale ed economico. Si fa strada il disincanto, lo scetticismo e l’indifferenza, sia negli adulti che nelle nuove generazioni. Anche oggi chiediamo sconsolati: “Fino a quando Signore?” M dobbiamo invocare: “Signore aumenta la nostra fede!”

Fede: parola molto corta per numero di lettere, ma molto lunga per significato e valore. E’ difficile dare una definizione della fede, perché appartiene alla sfera psichica della persona e al contesto dell’esperienza religiosa personale. In definitiva al contatto vissuto con Dio nella nostra vita.

E allora la fede non è semplicemente credere in quello che non si vede. Questa può essere credulità infantile, sempliciotta, ingenua, conformista e comoda. E nemmeno la fede si riduce a semplificare conoscenza teorica di verità rivelate su Dio, come in un esame di religione. La fede, inoltre, non è costituita nemmeno da alcuni elementi di religiosità naturale, come sentimenti e timori istintivi, riti e promesse senza impegno personale e senza una condotta coerente. Ci sono cristiani che identificano la fede con le tradizioni e i valori religiosi ereditati, come processioni feste e pellegrinaggi, immagini e medaglie, con cui l’uomo cerca di guadagnarsi il favore di Dio. Anche se sembra deludente, la fede non da alcun vantaggio terreno, non è statuto di privilegiati, né droga alienante o anestesia davanti alla dura realtà, né talismano magico per risolvere i problemi senza costo aggiunto. Tuttavia la fede è tutto nella vita del cristiano, perché ci da una luce che illumina ogni cosa, perché è gioia, ottimismo, è forza di Dio dentro di noi per affrontare la vita.

Perciò la fede in Dio non è reazionaria, ma progressista e costruttiva di un mondo migliore.

Chiediamo a Dio una fede viva e operosa. Perché la fede è molto fragile, come e più dell’amore e dell’amicizia, La fede che non è coltivata con il rapporto profondo con Dio nella preghiera, finisce per morire.

Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 16 agosto 2015
12° dopo Pentecoste – Rito Ambrosiano

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