Oltre 4.000 chierichetti della diocesi di Milano si sono riuniti in Duomo per il Meeting Chierichetti

Scritto il 11 maggio, 2024

Vestiti con vesti bianche e rosse o semplici tuniche bianche, alcuni chierichetti sono un po’ intimiditi dalla maestosità della cattedrale illuminata, mentre alcuni ragazzi sono un po’ intimiditi dalla luce, mentre altri sono più grandi, smartphone alla mano, con in mano opuscoli sulle celebrazioni. Ma educatori, genitori e catechisti sono stati invitati con i loro doni e hanno cercato di mantenere lordine. Questo perché la cattedrale si riempie rapidamente.

Più di 4.000 chierichetti da tutta la diocesi vengono a questo incontro di chierichetti, e il numero di partecipanti aumenta ogni anno. Durante un momento con il vescovo Mario Delpini, si vive la gioia della preghiera, della parola di Dio, della testimonianza e dell’ascolto delle parole che il vescovo Mario rivolge ai ragazzi e alle ragazze riuniti ai piedi dellaltare maggiore.

L’assemblea, che si è aperta con il Rito della Luce, è stata preparata da padre Michele Galli, direttore del Movimento dei chierichetti (Mo.Chi), con l’aiuto di alcuni studenti del seminario, e ha preso il titolo dal secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, Apparvero loro lingue come di fuoco“. La celebrazione ha visto tre scene, la prima intitolata Lo Spirito Santo chiama alla creazione e la seconda Lo Spirito Santo chiama i fratelli”, in cui tre diaconi, che saranno ordinati sacerdoti il prossimo 8 giugno, hanno parlato di cosa significa aver accolto lo Spirito Santo nella propria vita aprendosi agli altri.

Nel terzo momento, dal titolo “Lo Spirito mi ha consacrato con l’unzione”, arriva forte e chiara, scandita in ogni suo passaggio talvolta ripetuto dal vescovo Delpini, l’omelia. «Oggi, voglio suggerirvi tre parole per accompagnare altrettante posizioni che si prendono nelle celebrazioni. Pensatele intensamente, iniziate da quando vi sedete: dovere dire dentro di voi: “Parlami Gesù! Mi incanta la tua parola. Tu sei l’amico che mi riempie di gioia. Parlami, Gesù! La tua parola mi dà coraggio: tu sei il Signore che mi indica la strada, la via della vita; tu sei il Maestro, che sa riconoscere le mie paure e le mie domande. Parlami, Gesù! Tu sai perché sono triste e mi consoli, tu sai quello che mi spaventa e mi tieni per mano».

La seconda parola – «Eccomi» – è legata a quando ci si alza in piedi. «Eccomi: seguirti mi aiuta a conoscere la strada e la meta. Eccomi: mi sento libero e contento di stare con te e con gli altri tuoi amici: è un’avventura affascinante. Eccomi: non voglio restare da solo, restare bambino, non voglio sentirmi inutile».

«Alzatevi e gridate eccomi», quasi grida, a sua volta, l’Arcivescovo mentre il Duomo, al suo invito, risuona di migliaia di voci. Come, poco dopo, accade con la terza espressione, «Mio Signore e mio Dio», quando «guardate verso il pane e il vino consacrati e si fa una genuflessione».

«Mio Signore e mio Dio: tu sei colui che ha vinto la morte; tu mi parli di Dio e mi insegni a chiamarlo, Padre; tu sei qui e io ti posso incontrare. Mio Signore e mio Dio: tu sei il pane della vita, mi dai la forza per vivere e amare, vivere e sperare, vivere, cantare e dare la vita. Tu sei la luce che vince le tenebre, la nostra pace, la via, la verità, la vita, il buon pastore che mi cerca quando sono perduto, la rivelazione che chi vuole essere il primo deve essere il servo di tutti».

E a conclusione del Meeting, dopo la consegna di un adesivo in ricordo della giornata, da attaccare sulle candele che ogni ragazzo ha acceso vicino a sé e che dovranno accendere ogni giorno per vivere un momento di preghiera serale, c’è ancora tempo per una raccomandazione.

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Categories : Chierichetti | Chiesa di Milano


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