Doppio appuntamento Sabato Santo per i ragazzi delle scuole medie e adolescenti delle Comunità Pastorali…
I Ragazzi della Cresima a San Siro: un evento che parla per il bene e il futuro della città
Scritto il 29 maggio, 2018

La frase a caratteri cubitali creata dai figuranti sul campo di “San Siro”, a conclusione dell’incontro diocesano dell’Arcivescovo con i ragazzi della Cresima provenienti da tutta la Diocesi, e come la sintesi e, insieme, il simbolo del grande momento tradizionale, ma ogni anno nuovo, che vede la “carica dei 50.000” occupare gli spalti del “Meazza”.
Tutti insieme ragazzi, genitori, educatori, madrine, padrini, catechisti sacerdoti e interi oratori per vivere con l’Arcivescovo e i Vicari episcopali, la festa di preghiera, riflessione e animazione, quest’anno intitolata “Vedrai che bello” con il tema dell’anno oratoriano.
E il vescovo Mario per lui e la prima volta da quando e alla guida della Chiesa ambrosiana non li delude, arrivando con ampio anticipo sull’ingresso previsto, salutando i tantissimi che si fermano per un selfies, una stretta di mano, un abbraccio festoso.
Che sia un’occasione di gioia condivisa e che sia bello vederla ed “esserci”, come scandiscono in coro un gruppo di adolescenti, e d’altra parte evidente tra le casacche di diversi colori che identificano la Zona pastorale di provenienza, gli striscioni, i cori.
Nonostante i numeri, e come un sentirsi a casa: forse anche per il gesto del reach out, l’abbraccio, compiuto da papa Francesco il 27 settembre 2017 che si ripete anche sulle gradinate, o per le figurazioni disegnate sul campo, davvero suggestive con quel passaggio dalla Torre di Babele alla “Citta felice” (“Verso la Citta felice” e il titolo della Lettera inviata dall’Arcivescovo ai Cresimandi e Cresimati 2018) simboleggiata da un Duomo fatto di cartone, ma che raccoglie ammirazione come quello vero.
Prima delle parole e dei canti, iniziate con il chiudere gli occhi e chiedere a Gesu di essere la vostra luce, pensando ai ragazzi che non possono mai vedere perche sono ciechi.
La parola non e ripetere quello che ci suggeriscono altri, non e per ferire: la parola e per rispondere all’amore che ci ha insegnato a parlare.
Invece, “noi che vogliamo abitare nella citta felice vogliamo essere come coloro che sentono il bene, imparano a parlare rispondendo alle parole di Gesu, ad abitare il silenzio per entrare nella citta felice, perche lo Spirito di Dio e la luce amica che insegna a guardarle la vita con lo sguardo di Gesu”.
Da Chiesadimilano.it
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