Nella grande Messa finale della Gmg 2016, presieduta dal Papa al Campus Misericordiae davanti a…
Il Papa ai preadolescenti ambrosiani: «Vivete in pienezza il mistero pasquale»
Scritto il 21 aprile, 2017

Un saluto speciale «a voi, ragazzi della Professione di fede delle Diocesi di Milano e Cremona». «Vivete in pienezza il messaggio pasquale, testimoniando dappertutto la pace, dono di Cristo Risorto», ha aggiunto il Pontefice.
Alla «indimenticabile» visita del Papa a Milano che «abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore» ha fatto riferimento il cardinale Angelo Scola nel messaggio inviato ai ragazzi (in allegato). L’Arcivescovo ha richiamato la «immensa ricchezza di testimonianza e di indicazioni che ci ha lasciato e che – ne sono certo – riprenderete con calma con gli amici più grandi nei prossimi mesi» e due passaggi degli interventi del Santo Padre nel carcere di San Vittore e a San Siro. RinnovateGli il vostro e mio grazie e salutatemelo tanto».
Con l’udienza del Papa si conclude la due-giorni di pellegrinaggio a Roma dei preadolescenti ambrosiani, che nella prima giornata hanno partecipato alla Santa Messa presso l’altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica vaticana e Vicario generale per la Città del Vaticano.
L’udienza
L’udienza è stata preceduta dal tradizionale giro della piazza sulla jeep bianca scoperta, a bordo della quale sono saliti quattro bambini (due maschi e due femmine), con il saio della Prima Comunione, che poi il Papa ha baciato uno a uno quando ne sono ridiscesi. Il Papa, che per un attimo ha perso lo zucchetto a causa del forte vento di tramontana, ha fatto due soste per salutare un’anziana in carrozzina e per sorseggiare una tazza di mate che gli hanno offerto dalle transenne. Tutto poggia su questo presupposto», dalla risurrezione di Cristo come «dato inoppugnabile, che non è l’esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone». «Annunciando questo avvenimento, che è il nucleo centrale della fede, Paolo insiste soprattutto sull’ultimo elemento del mistero pasquale, cioè sul fatto che Gesù è risuscitato – ha fatto notare il Papa -. La nostra fede nasce il mattino di Pasqua».
Poi il Papa ha citato l’elenco delle persone a cui è apparso Gesù risorto: Cefa, cioè Pietro, e il gruppo dei Dodici, poi «cinquecento fratelli» molti dei quali «potevano rendere ancora la loro testimonianza», poi Giacomo; Questo è il fondamento della fede di Paolo, come della fede degli altri apostoli, come della fede della Chiesa, come della nostra fede».
«Che bello pensare che il cristianesimo, essenzialmente, è questo! Non è tanto la nostra ricerca nei confronti di Dio – una ricerca, in verità, così tentennante -, ma piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti – ha esclamato il Papa-. Un cuore chiuso, un cuore razionalistico è incapace dello stupore e non può capire cosa sia il cristianesimo, perché il cristianesimo è grazia, e la grazia soltanto si percepisce, di più, si incontra nello stupore dell’incontro». «E allora, anche se siamo peccatori – tutti noi lo siamo -, se i nostri propositi di bene sono rimasti sulla carta, oppure se, guardando la nostra vita, ci accorgiamo di aver sommato tanti insuccessi – ha assicurato -, nel mattino di Pasqua possiamo fare come quelle persone di cui ci parla il Vangelo: andare al sepolcro di Cristo, vedere la grande pietra rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per me, per tutti noi, un futuro inaspettato». Dio fa crescere i suoi fiori più belli in mezzo alle pietre più aride», le parole di Francesco.
«Essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima nemica – lo ha ribadito il Papa, al termine della catechesi -.
Cfr Chiesa di milano Link
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