La carità non avrà mai fine (1Cor 13,8a)

Scritto il 28 aprile, 2016

Questa frase si trova a conclusione del brano della prima lettera ai Corinzi che ascolteremo questa domenica. Per due settimane il Vangelo ci ha parlato dell’amore di Gesù e, in particolare, dell’amore dei discepoli: “ amatevi come io vi ho amato. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli .” Non da come parlate, da quello che scrivete, da come vi vestite, ma se avete amore gli uni per gli altri.

E l’amore non si vanta, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non tiene conto del male ricevuto . Forse dobbiamo proprio renderle nostre queste caratteristiche dell’amore. Gli sposi che domenica scorsa, e questa domenica, celebrano gli anniversari di matrimonio, ci aiutano a vedere questo amore e ci spronano a fare così anche noi. L’invito che riceviamo è quello di vivere fino in fondo e con coraggio questo amore, questa carità di Gesù, senza paura. Amare significa rendersi amabili.

L’amore non opera in maniera rude, non agisce in modo scortese, non è duro nel tratto. I suoi modi, le sue parole, i suoi gesti, sono gradevoli e non aspri o rigidi. Detesta far soffrire gli altri. Per disporsi ad un vero incontro con l’altro, si richiede uno sguardo amabile posato su di lui. Uno sguardo amabile ci permette di non soffermarci molto sui limiti dell’altro, e così possiamo tollerarlo e unirci in un progetto comune, anche se siamo differenti. L’amore amabile genera vincoli, coltiva legami, crea nuove reti d’integrazione, costruisce una solida trama sociale. (Amoris Laetitia, 99-100) Costruiamo, con tenacia, questi legami amabili.

don Marco, parroco CP Madonna della neve

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