I PRE&ADOLESCENTI VALSASSINESI A ROMA DA PAPA FRANCESCO

Scritto il 12 aprile, 2023

Anche un numeroso gruppo di Preado&Ado ha partecipatoal pellegrinaggio diocesano a Roma organizzato dopo Pasqua con la partecipazione all’Incontro degli adolescenti italiani con Papa Francesco in piazza San Pietro, aperto ai 12-17enni. I nostri ragazzi sono stati accompagnati dall’Arcivescovo Mario Delpini, dai presbiteri e dai loro educatori. In cinquemila dalla Diocesi sono andati alla volta di Roma per il Pellegrinaggio diocesano dei preadolescenti che si svolto dal 10 aprile, Lunedì dell’Angelo, a mercoledì 12 aprile.

Ecco il messaggio di Papa Francesco ai preadolescenti aambrosiani: «Accolgo con gioia il pellegrinaggio dei preadolescenti dell’Arcidiocesi di Milano»: con queste parole, accorte da un fragoroso boato, papa Francesco ha salutato i 5000 preadolescenti ambrosiani presenti oggi all’udienza generale in Piazza San Pietro, nel contesto del loro pellegrinaggio a Roma.

«Cari ragazzi, vi auguro di vivere in pienezza il messaggio pasquale – ha proseguito il Pontefice -, sempre fedeli al vostro battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi».

Poi, prima dell’invocazione alla preghiera per l’Ucraina e della benedizione finale, riferendosi alla Festa della Divina Misericordia in programma domenica prossima, papa Francesco ha aggiunto: «Il Signore non smette mai di essere misericordioso. Pensiamo alla misericordia di Dio… sempre ci accoglie, sempre ci accompagna, mai ci lascia soli».

Il richiamo alla Pacem in terris

Dopo la catechesi, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana al termine dell’udienza, il Santo Padre aveva detto: «Invito i fedeli e gli uomini e le donne di buona volontà a leggere la Pacem in terris, e prego perché i capi nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni… Ieri ricorreva il sessantesimo della Pacem in terris che San Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda – ha ricordato Francesco -. Il Papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace. Nel disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana, quell’enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi oscure. Il suo messaggio è attualissimo». A riprova di ciò, il Papa ha citato un passo della Pacem in terris, prima di invitare tutti alla lettura: «I rapporti tra le comunità politiche come quelli tra i singoli esseri umani vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione, e cioè nella verità, nella giustizia e nella solidarietà operante».

Una triplice consegna nell’omelia che l’Arcivescovo Mario Delpini ha pronunciato in San Pietro nella Messa presieduta per il pellegrinaggio degli oltre 5000 preadolescenti ambrosiani. «Ragazzi, leggete il Vangelo, siate amici e pronti a servire»

Tre parole per orientare il cammino, il futuro, la vita degli anni del domani che hanno davanti: Sono quelle che l’Arcivescovo, dall’altare papale della Basilica di San Pietro, ha rivolto ai più di 5000 preadolescenti ambrosiani che hanno raggiunto Roma, provenienti da 160 tra parrocchie e Comunità pastorali, per il loro pellegrinaggio che culminerà domani nell’udienza generale di papa Francesco. Un appuntamento ormai tradizionale, ma sempre attesissimo e che quest’anno registra numeri da record.

Tutti insieme in una marea coloratissima, fatta di bandiere, bandane e striscioni, che saluta l’Arcivescovo in arrivo sotto il colonnato del Bernini, accompagnato da don Mario Antonelli, Vicario episcopale di settore. La stessa massa che però, una volta in Basilica, partecipa alla Messa – concelebrata da circa 200 sacerdoti tra cui don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile – con attenzione e raccoglimento. Accogliendo l’Arcivescovo, come chiede il direttore della Fom don Stefano Guidi, con un Kaire corale urlato a pieni polmoni.
L’omelia

E l’Arcivescovo, nell’omelia pronunciata con la voce affettuosa di un padre, non li delude. Tre, appunto, le parole lasciate come consegna impegnativa per tutti. «Vangelo, amicizia, servizio», a partire da una premessa, scandita quasi guardando i ragazzi a uno a uno: «Devi dire che il tuo cervello non è in vendita, che nessuno ti convincerà a pensare pensieri che non pensi. Devi dire: “La mia parola non è in vendita, non lo è la mia coscienza, non mi convincerai a credere che il male sia il bene, e il bene il male, anche se mi dai una grande somma di denaro”».

«Le guardie, sconvolte dal terremoto della Risurrezione, si sono lasciate comprare e hanno detto ciò che i capi hanno comandato loro di dire – prosegue l’Arcivescovo in riferimento al Vangelo della Risurrezione di Matteo -. Noi invece preferiamo essere sinceri. Trovassero pure tutti i mezzi della pubblicità, della comunicazione e delle promesse, io non sono in vendita».

Poi, la domanda: «Come mai queste donne del Vangelo erano piene di gioia e coraggiose da sfidare la responsabilità dell’annuncio, mentre le guardie erano spaventate e i sacerdoti preoccupati? La risposta è perche hanno incontrato Gesù. Come mai queste donne convincono anche i discepoli, tristi e scoraggiati, a svegliarsi per riprendere il cammino? Perché hanno incontrato Gesù che è vivo. Se lo incontro non posso credere a quelli che hanno detto che Gesù è morto e sepolto. A volte siamo tristi, scoraggiati, arrabbiati, ma se lo abbiamo incontrato, anche se non possiamo pretendere che vada tutto sempre bene, la nostra tristezza contiene una speranza di gioia. La nostra speranza è invincibile. Non pretendiamo di essere perfetti, non siamo eroi che hanno il coraggio di chissà quali imprese e, a volte, ci sentiamo persino complessati nel dire che siamo cristiani perché siamo timidi e fragili; ma abbiamo dentro una forza, una speranza, un principio di gioia che viene dall’incontro con il Signore».
Pellegrinaggio Ado Roma 2023

Da qui le tre parole. Anzitutto il Vangelo: «Dovete leggerlo, ascoltarlo, pensarlo, andare a Messa dove il Vangelo viene proclamato, commentato e diventa pane». Seconda indicazione, l’amicizia: «Nessuno cammina nella fede senza la Chiesa e senza gli amici. L’amicizia è quel rapporto bello, libero e puro che ci aiuta a diventare migliori, a essere fedeli ai nostri impegni». L’amicizia «come forma per vivere la Chiesa, che non è fatta di mura, di cose da fare, ma di una comunità che ha incontrato Gesù e che legge il Vangelo». Infine, il servizio gli uni degli altri, così come «Gesù che è in mezzo a noi come colui che serve».

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Categories : Chiesa di Milano | Pastorale Giovanile | Quaresima e Pasqua | Vocazioni


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