Mi sono soffermato sulla prima lettura, sull’esperienza vissuta da Mosè sul Sinai. Provo sempre una…
DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA SECONDA DOMENICA DI PASQUA
Scritto il 26 aprile, 2025

“Pace a voi” parole sorprendenti e non un semplice saluto, dicono proprio ciò di cui i discepoli in quel momento avevano tremendamente bisogno. Parole efficaci, realizzano ciò che significano, sono dono di un amore di perdono. Raggiungono i cuori pieni di vergogna dei discepoli che erano stati incapaci di accompagnare da vicino Gesù nella sua passione e morte. Parole che riconsegnano a loro l’amico Gesù.
Parole che sono un abbraccio pieno di commozione, di gioia e di lacrime.
Parole che creano vita nuova insieme a Gesù.
Sono parole vere. Gesù consegna loro ciò che in quel momento riempie il suo cuore così tanto che non può che debordare, raggiungere e avvolgere le persone cui sono dirette.
Gesù è davvero nella pace perché è risorto.
Mi sono sempre immaginato i pensieri dei discepoli nel ritrovarsi accanto a loro Gesù Risorto e la loro voglia di dirgli in qualche modo che erano contenti di riconoscere che lui aveva ragione, che lui aveva fatto bene a fidarsi del Padre, che aveva fatto bene ad amare fino a donare la vita perché era evidente a quel punto che l’amore è più forte della morte, che aveva fatto bene a non scendere dalla croce perché scendendo nella nostra morte ci avrebbe condotti davvero alla vita che non muore più. La pace profonda, immaginavo, era il risultato inevitabile di queste nuove certezze.
Oso oggi pensare che è Gesù stesso che vive una gioia e una pace profonda e incontenibile dopo aver vissuto la passione e la morte, dopo momenti drammatici in cui a caro prezzo ha creduto e ha chiamato, nonostante il suo silenzio, Dio Papà, ha scelto di amare donandoci tutto se stesso e ha sperato non solo in Dio ma anche in noi. E’ una pace che deborda dal cuore e non può fare altro che donarla abbondantemente.
Mi ritrovo a pensare che Gesù abbia donato la pace non solo intenzionalmente come atto di perdono a dei discepoli mortificati, distrutti per averlo abbandonato ma perché non può farne a meno perché “esplode” in lui vivo dopo la passione e la morte di croce.
Così le mani, i piedi, il costato che mostra ai discepoli mentre dice “pace a voi” sono anche l’indicazione preziosissima di ciò che serve per avere davvero pace nel cuore. Se credi, ami, e speri come ho fatto io sarai davvero nella pace e saprai donare pace.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo
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