La cenere sulla nostra testa con cui iniziamo il cammino di Quaresima, non serve a…
«Con la luce di Pasqua, il paese delle tenebre è rivelazione, la situazione diventa occasione» -L’omelia dell’Arcivescovo
Scritto il 12 aprile, 2020

Ecco che cosa devono oggi fare i ragazzi», ecco cosa dobbiamo fare tutti. Nel Pontificale di Pasqua – quando continua a sgomentare l’immagine del Duomo deserto, come ormai non dovrebbe più essere, dopo l’intera Quaresima e il Triduo Pasquale vissuti solo attraverso i media, l’Arcivescovo, dalla sua Cattedra, parla per primi ai più giovani, ma il messaggio è rivolto, evidentemente, a ciascuno.
La processione breve, l’aspersione con l’acqua benedetta dei pochissimi presenti, qualche Canonico del Capitolo concelebrante, gli animatori della liturgia, tra cui i lettori – significativamente due rappresentanti delle Forze dell’Ordine, il maresciallo Rocchetta Minnone per l’Arma dei Carabinieri, e l’agente Alessandro Raucci per la Polizia di Stato -, il Vangelo di Giovanni, precedono la riflessione del Vescovo Mario, che parte, appunto dai ragazzi. Fratelli appena più grandi di loro, «spaventati nel paese delle tenebre e dell’ombra di morte».
Così come lo siamo tutti, anche gli adulti – genitori e zii -, «impensieriti, preoccupati e incollati in ogni momento ad ascoltare noiosissimi notiziari».
Poi, i nonni e bisnonni che sono, in questa dolorosa e buia partita di morte, forse, oggi più che mai.
«E infatti – prosegue il Vescovo Mario -, c’è un paese delle tenebre.
Scarica l’omelia dell’Arcivescovo Delpini –> Omelia Delpini domenica-pasqua
Da Chiesadimilano.it
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