Traditio Symboli | «Generazione agli inizi, non rinunciate a desideri grandi, non dimenticate l’amicizia»

Scritto il 9 aprile, 2022

In Duomo, presieduta dall’Arcivescovo, si è svolta la Veglia in “Traditione Symboli” con i giovani della Diocesi e i catecumeni. Al termine, la preghiera per la pace, insieme a fedeli ortodossi ucraini e russi, presso la vicina chiesa di San Vito al Pasquirolo.

1. Mi rivolgo a voi, generazione degli inizi.
A voi catecumeni, generazione degli inizi, che riceverete il battesimo per iniziare una
vita nuova, incorporati a Cristo, come il tralcio alla vite, perché si compia la promessa del
molto frutto, del cesto colmo d’uva.
A voi giovani, adolescenti, generazione degli inizi, che siete chiamati a essere l’inizio
di un’epoca inedita del mondo, che uscite a stento dal tunnel inquietante della pandemia
e vi avviate a scrivere la vostra storia sotto la minaccia delle bombe e di altri temibili
disastri.
Mi rivolgo a voi, generazione degli inizi, per convincervi che siete all’inizio.
Ci sono quelli che vogliono convincervi che siete alla fine, siete epigoni di un disastro,
siete sopravvissuti di una umanità stanca, sterile, egoista, infelice. Ci sono quelli che
aprono bocca solo per fare l’elenco dei problemi e dei mali che incombono, solo per
informarvi del numero dei morti, dei suicidi, dei profughi e dei debiti. Ci sono quelli che
vogliono convincervi che siete destinati al nulla e che vi conviene stare in casa, stare da
soli, stare fermi per sopravvivere.
Mi rivolgo a voi per dirvi che Gesù vi chiama per essere la generazione degli inizi e
io mi prendo la responsabilità di mostrarvi una via migliore di tutte, secondo la parola
dell’apostolo Paolo. C’è dunque una via da percorrere: siamo agli inizi. C’è una via da
percorrere: porta lontano. C’è una via da percorrere.

2. I frutti sperati.
Camminiamo sulla vita migliore di tutte, accompagnati dai santi.
La generazione degli inizi, che siete voi, si sente talora impaurita e complessata da troppe
aspettative. I genitori forse vi guardano e vi incoraggiano a grandi imprese: si aspettano
che siano i giovani, quelli dell’inizio a mettere mano all’impresa di riparare a tutti i danni
di cui gli adulti, a torto o ragione, sono accusati.
Gli adulti, preti, insegnanti, capufficio, vi guardano e già vi squalificano: è sempre peggio,
il livello è sempre più basso, sono fragili e inaffidabili i giovani di oggi.
Forse a voi sembra che persino Gesù si aspetti un po’ troppo da voi, generazione degli
inizi: Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.
Noi però camminiamo accompagnati dai santi. E in che cosa consiste il molto frutto che
essi hanno portato?
Armida Barelli è stata una personalità che ha segnato la storia d’Italia, della politica
Italiana impegnando le donne a entrare nelle responsabilità di votare e di essere votate
per essere protagoniste della democrazia italiana; ha segnato la storia della cultura italiana
contribuendo in modo decisivo alla nascita e alla sopravvivenza della Università Cattolica
del Sacro Cuore; ha segnato la storia della Chiesa italiana creando e animando la Gioventù
femminile di Azione Cattolica, riempiendo le piazze di donne profondamente motivate a
essere donne sante, mamme sante, cittadine sante.
Ma Charles De Foucauld è stato un piccolo fratello morto ammazzato, impotente, dopo
aver vissuto in una solitudine ignorata da tutti tra le sabbie del deserto.
Ma Mario Ciceri è stato un prete come tanti di un paese come tanti, morto troppo giovane,
per un incidente troppo banale.
Dunque il molto frutto è stata l’opera immensa compiuta da Armida Barelli e l’opera
nascosta e ignorata di un piccolo fratello in adorazione nel deserto e l’opera qualsiasi
compiuta da un prete d’oratorio.
Si vede che il molto frutto, secondo Gesù, non si misura con la quantità dei risultati, ma
ci sono altri criteri e diversi modi di verificare il molto e il frutto e nessuno può giudicare
se non Dio solo.

3. La generazione degli inizi e il cammino da compiere sulla via migliore di tutti.
Quale sarà dunque il vostro frutto, generazione di questo tempo di un nuovo, inquieto,
inquietante inizio?
– Non spaventatevi di essere spaventati.
Come il bambino che esce dal grembo materno dimostra di essere vivo perché piange,
così voi, generazione degli inizi, dimostrate di essere vivi perché all’inizio, uscendo dal
tunnel in cui siete stati costretti forse, avete paura, la luce vi abbaglia, la strada, migliore
di tutti, vi sembra troppo ardua, troppo stretta.
Voi però non spaventatevi di essere spaventati. Piuttosto aprite gli occhi e riconoscete la
presenza amica di Gesù, l’uomo dei dolori che ben conosce il patire che nei giorni della
sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che
poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo
Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza
eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,7-9).
Gesù cammina con voi, vi commuove con il suo soffrire, vi chiama a seguirlo. Non
nasconde il suo spavento e la sua angoscia espressa con forti grida e lacrime e tuttavia
continua ad imparare e a camminare sulla via migliore di tutte.
– Non pensate che sia sbagliato ardere di desideri infiniti.
Se anche vi consigliano di accontentarvi della mediocrità, del minimo, se anche vi
suggeriscono che stare fermi sia più prudente che correre, se anche c’è qualcuno che vuole
convincervi che la vera sapienza sia la rassegnazione, voi non dovreste sentirvi strani se
invece sentite ardere in voi desideri infiniti, se le parole estreme vi commuovono e vi
entusiasmano, se desiderate ardentemente i carismi più alti (1Cor 12,31)
Nel testamento spirituale Armida Barelli scrive: La vostra prima “sorella maggiore vuol
farvi giungere anche dall’al di là una parola, una supplica ardente. Non accontentatevi
di essere le tiepidi socie della Gioventù Femminile, non accontentatevi neppure di essere
“buone alla buona”: apostole vi voglio, apostole che amano e fanno amare il Signore!
Charles de Foucauld insegna a pregare nella logica del tutto: sono pronto a tutto, accetto
tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature.
Mario Ciceri scrive: [queste parabole della misericordia] mi dicono della tua grande
bontà, ed aprono il cuore a fiducia, mi confondano pensando come mai osai offendere e
più dubitare del perdono di un Dio sì grande. Signore, ch’io mai dimentichi la tua bontà
per me.

4
– Non dimenticatevi degli amici.
L’amicizia è una grazia piena di forza e di dolcezza.
Non dimenticatevi di Gesù che ci chiama amici e ci dimostra l’amore più grande. È
l’amicizia che incoraggia la generazione degli inizi a rimanere nella comunione con Gesù
perché non venga meno la forza lungo il cammino. È l’amicizia che suggerisce di
perseverare anche se si cammina nella notte, anche se non si vede l’orizzonte lontano,
basta una luce amica, una luce benigna che illumina il passo di oggi e basta l’amicizia
fedele di chi è affidabile perché sa della meta.
Non dimenticatevi degli amici che camminano avanti a voi: ci sono amicizie che rendono
migliori perché dimostrano che è possibile essere migliori, più lieti, più forti, più santi.
Non dimenticatevi degli amici che camminano con voi e dietro e voi e di quelli che non
camminano affatto: sono la generazione degli inizi e voi potete offrire l’amicizia che
rende migliori.
Ecco il molto frutto della generazione degli inizi:
non ci spaventiamo se siamo spaventati: siamo amati per quello che siamo;
non rinunciamo ai desideri più grandi: crediamo alle promesse del Signore;
non ci dimentichiamo degli amici: costruiamo amicizie che rendono migliori, restiamo
uniti a Gesù per portare molto frutto.

+ Mario Delpini

 

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Categories : Chiesa di Milano | Decanato


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