PER SAN BERNARDINO LA GITA DI FINE CATECHISMO DI MARGNO, CASARGO E CRANDOLA

Scritto il 23 maggio, 2015

Oggi 20 maggio 2015, in occasione di San Bernardino patrono della parrocchia di Casargo, si è tenuta la consueta gita del Catechismo per l’unità parrocchiale dell’Alta Valle. Numerosi bambini con le loro famiglie e le catechiste, sono partiti alla volta di Gravedona per poter visitare la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Nonostante il tempo un poco uggioso, i ragazzi dopo la santa messa, hanno potuto giocare e fare la merenda presso il bellissimo parco di Gera Lario. Don Brunello, durante l’omelia, ha ricordato l’importanza di stare insieme, ed ha ricordato che un modo per farlo, ora che terminerà il catechismo e la scuola, è quello di frequentare l’oratorio estivo! A tal proposito, ricordiamo che la settimana prossima, nelle chiese di Casargo, Margno e Crandola, verranno messe le iscrizioni da ritirare, compilare e poi riconsegnare a Cinzia o a Morena. I prossimi appuntamenti per i ragazzi sono: venerdì 22 maggio alle ore 14.00 partenza per l’Abazia Piona per la confessione dei ragazzi della Cresima (ritrovo in oratorio a Margno), alle ore 17.00 prove per la cerimonia di domenica 24 sempre per i ragazzi della Cresima sempre in oratorio a Margno, ore 20.30 prove in chiesa a Margno per il coretto “Note Libere” per il concerto di domenica 24 maggio, venerdì 29 maggio per tutti i bambini ci sarà l’ultimo giorno di catechismo.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie è un edificio sacro che si trova a Gravedona, in provincia di Como.

La chiesa e il convento agostiniano (oggi adibito a biblioteca) vennero fondati nel 1467, dove un tempo era presente una chiesa dedicata al Salvatore, in posizione dominante sul paese. Il convento intrecciò una serie di rapporti con i principali conventi agostiniani osservanti della Lombardia e divenne dalla fine del Quattrocento ai primi decenni del secolo successivo un punto di riferimento alla stregua della fondazione benedettina di Piona. Nel 1474 Galeazzo Sforza contribuì finanziariamente alla fabbrica che aveva avuto un avvio difficoltoso.

Il convento venne soppresso da Maria Teresa d’Austria, ma la chiesa rimase consacrata e viene ancora oggi utilizzata.

L’articolazione architettonica segua il modello diffuso in zona, con una navata unica scandita da archi trasversali che creano stretti comparti laterali. Tre absidi, di cui quella centrale con volta a vela, chiudono sul fondo l’ampio e luminoso spazio interno. Tra il 1496 e il 1520 si realizzò il maggior impegno decorativo, con successive fasi stilistiche. Il chiostro mantiene l’assetto originario nonostante le suddivisione e le modificazioni d’uso.

La chiesa presenta due portali in marmo di Musso; la lunetta del portale in facciata riporta un affresco cinquecentesco raffigurante la Vergine tra i Santi Agostino e Nicola da Tolentino. I sottarchi e le facciate dei timpani sono affrescati con busti di Profeti e Beati e Santi agostiniani, partendo dall’ingresso, fino ai Dottori della Chiesa nell’ultimo sottarco, il più vicino all’altare. Sulla parete del presbiterio si trova l’affresco della Madonna Assunta con la data 1496, tra due santi (San Simeone il Giusto e San Giovanni Battista). L’impianto iconografico della chiesa è teso alla glorificazione dell’ordine agostiniano e alla proclamazione della dottrina dell’Incarnazione e dell’Assunzione.

Ogni cappella è dedicata ad un Episodio o ad un Santo biblico: nella prima a destra, la cappella della Crocifissione (tema caro all’ordine agostiniano), si trova un ciclo di affreschi raffiguranti due episodi tratti dalle Storie della Croce (L’apparizione della Croce a Costantino e Il ritrovamento della Croce da parte di Sant’Elena) e, nell’ampio spazio centrale, la Crocifissione. Quest’ultima presenta la particolarità del Cristo non dipinto ma scolpito in legno, mentre il resto della scena è affrescato. Il ciclo fu commissionato nel 1516 dalla famiglia Casati (lo stemma è visibile sopra la chiave di volta dell’arco).

Nella seconda cappella a destra, raffigurante storie della vita di Sant’Antonio abate, si trova, sull’interno del pilastro, un affresco molto famoso nel paese: la “Madonna Del Cifulet”: si tratta di un’immagine della Vergine con il Bambino, raffigurata mentre scaccia un piccolo demone, il “Cifulet”, appunto[1]. Probabilmente l’affresco ha una valenza simbolica, con il demone che rappresenta i mali del mondo (e forse è anche un’allegoria del Protestantesimo), ma la figura del Cifulet è da sempre usata per spaventare i bambini del paese. Al centro della cappella, la figura di Sant’Antonio abate, in trono, con il porcellino ai suoi piedi. Intorno alla figura centrale, incorniciati da cornici e lesene dipinte, vari episodi della vita del Santo, ognuno dei quali è descritto da un cartiglio alla base del dipinto. Questa cappella è datata al 1509 e fu commissionata dalla famiglia Stampa.

Di fronte all’entrata laterale si trova la cappella dedicata alla Deposizione di Cristo dalla Croce: la scena centrale, molto geometrica e misurata, è sormontata da un timpano con Dio Padre benedicente. Più a destra, verso l’altare maggiore, si trova la cappella di San Giovanni Battista, commissionata dalla famiglia Benadusio (monogramma sotto il sole raggiato). Vi sono raffigurati dieci episodi della Vita di San Giovani Battista, separati da cornici architettoniche e con cartigli come didascalie.

La cappella a sinistra dell’abside è dedicata a Sant’Agata: gli affreschi recano la data 1º febbraio 1520 e furono commissionati dalla famiglia Stampa. Si riconoscono un Martirio di Sant’Agata, affiancato da Santa Caterina e Sant’Agnese, lIncoronazione di San Nicola da Tolentino da parte della Vergine e Sant’Agostino, il Padre Eterno e l’Annunciazione. In questa cappella si trova una statua della Vergine in marmo bianco di Musso

 

 

 

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