LA LECTIO DI DON GRAZIANO: GESU’ PANE DI VITA

Scritto il 20 settembre, 2014

Proseguono le Lectio sul Vangelo della domenica, oggi il Vangelo della 4a domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore. Don Graziano Bertolotti, vicario parrocchiale della CP Madonna della neve ci invita alla riflessione sulle letture da finalizzare con la pertecipazione alla messa.

Quando uno compie un grande miracolo, il cui risultato viene incontro a un nostro ricorrente bisogno di vita fino a rappresentare la soluzione di un nostro oscillante problema, si vede travolto dalla fiducia e dall’entusiasmo della gente. Questo capitò a Gesù quando ebbe moltiplicato i pani per i cinquemila.

Assicurare il pane all’uomo è una grandissima benemerenza e chi può farlo ha certamente nelle mani una grande leva di potere sull’umanità. Come ha detto Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi!”, anche perché in questi tempi di grande progresso e di opulenza, non solo ci sono milioni di poveri nel mondo, ma addirittura milioni di affamati.

Figuratevi quale accoglienza non avrebbe oggi uno che passasse nelle contrade più diseredate del mondo a moltiplicare e distribuire grano o farina o pane bello e confezionato!

E’ l’ipotesi che si prospetta Dostojewski riguardo al successo di Gesù a alla conquista sua del consenso umano: ma perché quei conque pani che moltiplicò per i cinquemila non ha continuato ad assicurarli nei secoli a tutta l’umanità sempre assillata dal problema della fame?

Lo scittore russo ha una sua risposta: Gesù non intendeva in nessun modo ricattare l’uomo, prendendolo per la gola, umiliare la sua dignità strumentalizzando un bisogno che non aveva nulla a vedere con la coscienza libera. Il pane della fame fisica dell’uomo, Dio lo ha affidato al lavoro dell’uomo, al suo senso di giustizia e alla fecondità della terra. Quando, di fronte al problema, disse ai soi discepoli: “Dateglielo voi da mangiare” non era una sfida all’impotenza, ma un appello alla loro capacità di uomini.

La fame umana non è mai un problema di produzione, ma di giusta distribuzione. In questo brano evangelico, nel miracolo di Gesù e nel drammatico colloquio con il popolo che ne seguì, il significato non è sociologico, ma probabilmente religioso. Gesù non intendeva che preparare quella gente ad un altro stupendo miracolo: quello Eucaristico. “Io sono il pane vero!” E dalle sue parole emerge emerge subito il rapporto tra i problemi spirituali e i problemi umani. Se Gesù non diventa il nostro “Pane di Vita”, non ci può essere per noi soluzione del problema della fame. Annegheremo nella ricchezza, faremo scoppiare il nostro stomaco, gonfieremo sino al ridicolo il nostro ventre, ma milioni continueranno a morire di fame. Ogni problema sociologico è, a monte, un problema d’amore. E Gesù è “Pane di Vita” per nutrirci di amore fraterno, che è la cosa più necessaria della nostra esistenza, infinitamente più del pane e dal quale il pane dipende.

Gv, 6, 24-35 Rito Ambrosiano

Don Graziano Bertolotti, vicario parrocchiale

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