DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 2ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Scritto il 18 giugno, 2022

La Parola di Dio di questa domenica ci parla della grandezza di Dio creatore dell’intero universo: così dice soprattutto la prima lettura. Paolo, nel brano di lettera ai Romani, ci dice che c’è come una solidarietà fra la natura e l’uomo: nella caduta e nella redenzione. Gesù, nel Vangelo, ci parla della provvidenza del Padre verso tutte le sue creature: gli uccelli del cielo e i giglio del campo, e ci invita a confidare che farà ancora di più per noi. Le parole di Gesù non sono certo un invito alla negligenza, ma a non avere una preoccupazione ansiosa per le necessità materiali della nostra vita.

E’ certamente un equilibrio difficile da raggiungere fra il lavoro e la fiducia nella Provvidenza: non si tratta di essere creduloni e di aspettarsi tutto dalla Provvidenza, ma un modo vero di essere religiosi ci spronerà a fare tutto quello che è in nostro potere, ma senza affanno, perché sappiamo che c’è un Padre che ha cura di noi.

Il Vangelo di oggi è come una verifica della nostra fede: siamo uomini in carne e ossa e quando ci viene a mancare qualcosa per la vita materiale nostra o delle nostre famiglie,

subito ci affanniamo e comprendiamo quanto sia difficile dire con convinzione e fiducia la preghiera del Padre nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Abbiamo bisogno delle parole di Gesù, che sa vedere, oltre le nostre fatiche del vivere quotidiano, la cura del Padre che ci accompagna e si prende delle sue creature e ancor più di noi.

Conclude Gesù dicendo: “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.

Sembrano parole belle quelle di Gesù in questo Vangelo, ma non concrete.

Sembrano anche parole che esprimono una sfida: può essere che lavorando per il regno di Dio e la sua giustizia, ben diversa dalla nostra, riceviamo in aggiunta i beni materiali di cui abbiamo bisogno?

Con la nostra mentalità materialista, anche chi ha fede fa fatica a vedere oltre la facciata delle cose e a riconoscere negli avvenimenti terreni la Provvidenza di un Padre.

Intanto però viviamo non solo sui sacrifici e sul lavoro nostro, ma anche sfruttando quello di intere generazioni che hanno lavorato con non minore fatica di noi, ma con più fede, credendo alla Divina provvidenza e cercando anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia.

Se non si costruiscono il regno e la giustizia di Dio, non si costruiscono neppure quelli dell’uomo.

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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Categories : Commento al Vangelo della Domenica


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