Entrando nelle nostre parrocchie in questa quaresima ci accoglie il volto di Gesù nella sindone.Un…
Quel filo rosso tra Saint-Etienne-du-Rouvray e Cracovia
Scritto il 28 luglio, 2016

Questa GMG avrà senso soltanto se questi bellissimi e numerosi giovani – nel pieno del loro entusiasmo – sapranno accostarsi a quella stessa croce di Cristo, con la stessa umile fedeltà di padre Jacques,
Si apre la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia e ieri è stato barbaramente ucciso il padre Jacques Hamel, mentre celebrava la Messa della mattina per quei pochissimi fedeli che frequentano le celebrazioni feriali nel nostro occidente pigro e affaticato.
Si chiamava Giacomo, proprio come il suo patrono di cui lunedì ricorreva la festa, ed è ricordato come il primo, fra gli apostoli, ad aver subito il martirio. Quando ho visto la fotografia del p. Jacques, mi è subito sorta nel cuore una grande tenerezza, nel vederlo così piccolo, magro, anziano, tanto simile ad altri sacerdoti anziani che mi hanno donato moltissimo. Persone umili, nascoste, fedeli. Persone che sanno ascoltare, sanno pregare, e tengono fede senza rumore, senza proclami e senza gesti eclatanti alla loro missione.
Probabilmente non avrebbe mai pensato di finire martire, il p. Jacques, dopo una vita passata da parroco in Francia: eppure ogni volta che un sacerdote sale all’altare, il martirio più grande della Storia si rinnova, e in quel semplice pane e vino (quanto di meno cruento si possa immaginare, il pane della concordia e il vino della letizia) si rivive la Passione di Cristo. Per noi cristiani, il cuore della Storia, il momento che dà senso alla vita di ogni essere umano; ma anche per chi non crede, l’icona inerme e vera di un innocente colpito dalla malvagità e dalla violenza.
Adesso inizia la Giornata della Gioventù, che, da fuori, può quasi sembrare un’occasione di trionfalismo (“quanti siamo”, “quanto siamo giovani”, “quanto siamo belli”). Eppure, la GMG ha senso soltanto se questi bellissimi e numerosi giovani, nel pieno delle loro forze e delle loro domande, del loro entusiasmo e della loro energia, sapranno accostarsi a quella stessa croce di Cristo, con la stessa umile fedeltà di p. Jacques, e fino a rendere la loro vita un dono, come la sua.
La loro GMG sarà vera se non sarà l’esaltazione della primavera della vita, ma si tradurrà in amore e servizio nella verità e nella pace, fino a che anche loro, anche noi, saremo vecchi, curvi e quasi rimpiccioliti come il p. Jacques.
Avrà senso se impareremo anche noi la fedeltà all’Eucaristia, quella fedeltà che porta a celebrare e a vivere la messa nel quotidiano, per chi può anche andandoci con la stessa semplicità delle persone che erano lì con il p. Jacques questa mattina, e che mai avrebbero pensato di assistere ad un dramma come quello che hanno vissuto.
Che il dono della vita di p. Jacques ci insegni ad amare il dono che ci è fatto della Messa; a renderci conto di cosa realmente si svolge su quell’altare; a comprendere cosa ciò implica per noi che ci accostiamo a tale immenso dono; ad apprezzare ed ascoltare chi “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi”, come il Cristo crocifisso e come questo piccolo prete anziano; a vivere un dono senza fine, aperti al mondo, aperti al prossimo, aperti a Dio. Fino alla fine.
da http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2385
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