SABATO SANTO NEL DECANATO: IL GIRO DEI GIOVANI DEI SEPOLCRI E LA BENEDIZIONE DEI CIBI

Scritto il 20 aprile, 2019

In molti paesi dell’Europa orientale, è tradizione avere un cesto di cibo benedetto il sabato santo o la domenica di Pasqua. La Comunità kossovara si è ritrovata nella prepositurale di Primaluna per questo rito officiato dal prevosto don Marco Mauri. Sono stati portati in chiesa cestini decorati, colmi di cibi che verranno poi consumati la domenica di Pasqua, tra i quali ricordiamo pane, salumi, formaggio, sale, rafano, un agnello di zucchero, ovetti di cioccolato e uova dipinte e decorate. I prodotti alimentari nel cestino pasquale, così come nella colazione della domenica di Pasqua in cui viene consumato il cibo benedetto, hanno un significato speciale.

Sebbene ogni famiglia possa avere le sue tradizioni quando si tratta dei cesti pasquali, molti credono che sia imperativo che ogni membro della famiglia morda tutti i cibi benedetti dopo la messa nella domenica di Pasqua . Così tante madri si assicurano di includere solo abbastanza per un assaggio degli alimenti per la cena di Pasqua, oltre ad alcuni prodotti quotidiani. In molte famiglie quando i bambini sono abbastanza grandi, viene loro dato l’onore di portare il cestino in chiesa per essere benedetti. Non vi è alcun rischio che il cestino venga raccolto poiché è un momento di digiuno, e i bambini sono sicuri di essere ammoniti di non toccare un boccone di cibo. Gli aromi sono sicuri di essere inebrianti e ci vuole una tremenda forza di volontà per non assaggiare. [link]

Il Sepolcro In parole più semplici, corrisponde allo spazio della chiesa allestito al termina della “Missa in Cena Domini” del Giovedì Santo, destinato ad accogliere le specie eucaristiche consacrate e a conservarle sino alla sera del Sabato Santo quando, al termine della liturgia della Veglia, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.

E’ noto che dopo la messa vespertina del Giovedì Santo non sono consentite altre celebrazioni eucaristiche sino alla notte di Pasqua, per cui per la comunione devono essere utilizzate necessariamente le particole messe da parte la sera del Giovedì. C’è chi per fede, chi per curiosità, si muove per le vie della Valsassina in visita agli altari delle chiese, addobbati solennemente. La pratica di allestire gli altari della reposizione si è affermata in Europa già a partire dall’Età carolingia ed esprime l’idea del lutto e della sepoltura, avendo però una forte giustificazione teologica: è vero che i Cristiani nell’Eucarestia adorano il Cristo vivente, ma è altrettanto vero che Gesù è passato alla vita incorrotta attraverso una morte cruenta.

Don Gianmaria Manzotti il vicario per la Pastorale Giovanile, porta da due anni gli adolescenti delle Comunità Pastorali Madonna della neve e Maria Regina dei monti lungo dei percorsi nelle parrocchiali o santuari delle varie realtà dove devoti fedeli allestiscono sepolcri di suggestiva bellezza.

Ai giovanissimi viene spiegato che: “Nella consacrazione eucaristica si ripete e si riattualizza il triplice mistero di Passione, Morte e Resurrezione e, se alla sensibilità moderna sembra strano associare all’Eucarestia l’idea della tomba, è doveroso riguardare il mistero eucaristico in termini di reale sacrificio, in quanto la dimensione sacrificale non deve ridursi ad un fatto puramente simbolico ma fa realmente parte del ‘sacramento dell’altare’.”

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