Parresìa

Sabato 29 agosto la liturgia ci propone di celebrare il martirio di San Giovanni Battista, il precursore. È una festa che segna un passaggio nel cammino che la Chiesa Ambrosiana ci sta facendo compiere in queste domeniche. Il Battista è l’ultimo dei profeti: dopo di lui è il tempo compiuto della venuta del Messia, Gesù di Nazareth.

La sua fine tragica aiuta Gesù a capire che anche la sua vita deve essere donata agli altri, che anche per lui ci sarà una fine tragica.

San Giovanni Battista ci insegna molto: a vivere il nostro tempo con verità, senza paura, e con grande fiducia nel futuro, che è nelle mani di Dio. Chi confida in Lui, certamente non sentirà venire meno le proprie forze e potrà parlare con chiarezza di linguaggio.

Questa chiarezza di linguaggio si chiama parresìa, che è una parola greca che significa parlare con chiarezza. Nel Vangelo Gesù dice: “il vostro parlare sia si, si, no, no”. Non è facile parlare in questo modo, perché noi abbiamo sempre il pudore (che è una cosa buona) di non offendere la persona che ci sta ascoltando. Questo a volte però ci frena, non ci fa dire ciò che portiamo nel cuore, e a volte ci impedisce di camminare: tutto rimane bloccato. Cerchiamo il compromesso, di piacere un po’ a tutti, sperando di non dispiacere a nessuno, perché siamo guidati dal nostro orgoglio e un po’ anche dalla nostra superbia. È difficile trovare persone che parlano con parresìa. A volte ci danno fastidio: o perché toccano i nostri nervi scoperti, oppure perché vorremmo un po’ la vita facile.

Parlare con parresìa non è facile: l’umiltà e l’ascolto sono la base per poter vivere in questo modo. In questa settimana che ci prepara alla festa del martirio di San Giovanni Battista, il Signore ci conceda di capire quello che Lui  ta chiedendo alla nostra comunità, così da realizzarlo con pazienza e fermezza.

don Marco Mauri , parroco della CP Madonna della neve

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