L’OMELIA DI DON MAURO MALIGHETTI PER I 50 ANNI DI DON GRAZIANO

Scritto il 2 luglio, 2016

La comunità di Primaluna ha festeggiato questo mercoledì i  patroni SS Pietro e Paolo  con una messa solenne presieduta da don Graziano Bertolotti nel 50° anniversario della sua ordinazione presbiterale. Vi proponiamo l’Omelia di don Mauro Malighetti dedicata proprio a don Graziano.

Ecco il testo completo della predica:

Primaluna
FESTA PATRONALE SANTI PIETRO E PAOLO
50° SACERDOTALE di DON GRAZIANO BERTOLOTTI
29 giugno 2016

Celebrare la Festa Patronale di due martiri, Pietro e Paolo, è lasciarsi provocare per verificare la nostra capacità di sequela dell’Unico necessario che è il Signore Gesù! La vita di ogni discepolo deve corrispondere sempre al progetto che Dio ha per ciascuno, la cui essenza è la vita totalmente donata a Lui e per i fratelli. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto … “; per portare frutto occorre morire a se stessi perché l’altro incontri il Signore.
Le tre letture, mentre fanno memoria delle esperienze dei santi Pietro e Paolo, ci pongono di fronte alle esigenze della testimonianza cristiana qui ed ora. Brevemente le riassumo in tre parole:

-DEBOLEZZA: la nostra fragilità diventa elemento necessario perché sia efficace la testimonianza. Il saperci deboli, fragili e peccatori ci permette di affidarci alla Grazia di Dio, la sola che ci deve bastare. “Se è necessario vantarsi, mi vanterà delle mie debolezze … »
-PREGHIERA: la testimonianza a Gesù è personale ma sostenuta dalla preghiera incessante della Comunità cristiana in forza del battesimo che tutti accomuna. “Dalla Chiesa saliva incessantemente una preghiera … »
-SEQUELA : la libertà di ogni discepolo deve poi decidersi per il Signore e per il Suo progetto, l’unico che la realizza e che si attua seguendo Lui sulle strade del mondo. Mai come oggi pare necessario saper cogliere il progetto di Dio ed accompagnare ragazzi ed adolescenti a questa scoperta. Non esiste infatti autentica libertà umana se non nella piena risposta al progetto di Dio, a quell’Oltre che attende e dà speranza ad ogni uomo. La fragilità ed i limiti dell’uomo non fermano l’irruzione di Dio! Egli sa chi chiama, e s e il chiamato è docile a Lui, gli dona coraggio e forza per superare ogni ostacolo.

“Signore tu conosci tutto …. ed aggiunse Sequimil”. Siamo perciò tutti invitati a scoprire il progetto di Dio che ci fa capaci di testimonianza donando la nostra vita. Questa dimensione emerge chiaramente nel far memoria grata del 50° di sacerdozio di don Graziano.

Carissimo don Graziano,
con te vogliamo rendere Grazie a Dio per il dono ed il mistero del sacerdozio che da cinquant’anni hai custodito nella fragilità dell’essere uomo e che hai saputo condividere con le persone a cui sei stato inviato.
Cinquant’anni: quante cose sono avvenute! Ogni sacerdote, con tutta la Chiesa, cammina col proprio tempo, e si fa ascoltatore attento e benevolo, ma insieme critico e vigile, di quanto matura nella storia.

Il sacerdote non deve avere nessun timore di essere ‘fuori dal tempo’, perché l’oggi umano di ogni sacerdote è inserito nell’oggi di Cristo Redentore. Occorre ritrovare ogni giorno il ‘nostro oggi’ sacerdotale nell’oggi di Cristo: questo ci permette di non essere ‘di ieri .. ‘ o arretrati … Cristo è la misura di tutti i tempi.
Carissimo don Graziano continua ad essere uomo di Dio, capace di mostrare al mondo l’urgenza della comunione tra noi preti: questa è la prima e più efficace testimonianza. Dice il Concilio Vaticano II:
“Ciascun presbitero è legato ai confratelli con il vincolo della carità, della preghiera e di ogni specie di collaborazione .. per tali motivi i più anziani devono veramente trattare come fratelli i più giovani aiutandoli nelle prime attività … guardando con simpatia le loro iniziative. I giovani a loro volta abbiano rispetto per l’età e l’esperienza degli anziani, sappiano studiare insieme ad essi i problemi riguardanti la cura delle anime e collaborino con loro .. ” (P. Q. 8)
Ho conosciuto don Graziano in una circostanza particolare: l’arrivo a Primaluna della Madonna Pellegrina di Fatima nel 2010. “Se c’è bisogno del mio essere prete qui, io sono disponibile” furono le parole che mi hai detto.
La Vergine santa ti ha condotto a vivere il tuo sacerdozio in questo luogo. Il nostro sacerdozio è strettamente legato alla Vergine santa! Maria è venerata come la Madre dei sacerdoti!

“Maria guarda in modo integro il nostro passato, il presente ed il futuro … L’intera nostra vita sacerdotale la possiamo vedere come ‘anticipata dalla misericordia’ di Maria.che, prevedendo le nostre carenze, ha provveduto tutto quello che abbiamo …
E quando aveste momenti oscuri, brutti … lasciatevi guardare da Lei, in silenzio, anche addormentandovi … Nelle turbolenze spirituali bisogna avere rifugio sotto il manto della Madonna … Non avere vergogna .. ” (Papa Francesco Esercizi per il giubileo dei preti).
Cinquant’anni di ministero sacerdotale è anche manifestazione della Misericordia e dell’attenzione di Dio per il suo popolo e per le sue creature. Il ministero del prete è tutto relativo all’intimità con il Signore Gesù per il bene del popolo di Dio. Con te rendiamo grazie per tutti i doni che hai profuso nelle comunità a cui sei stato mandato.

Ogni giorno il prete, nonostante le sue fragilità ed i suoi peccati richiama la vicinanza del Signore, che non cessa di amare le sue creature, e manifesta la discesa della santità di Dio verso l’uomo. Il mondo di oggi reclama sacerdoti santi! Da questa santità scaturisce il frutto duraturo degli sforzi pastorali!
La gente non si avvicina quando vede il prete molto occupato, sempre impegnato … oppure incapace di ascolto. Un prete che si rende impermeabile agli sguardi della gente, è chiuso in se stesso. Occorre custodire il volto degli uomini per saper parlare loro di Dio!
Proprio nel confessionale ogni sacerdote diventa testimone dei grandi miracoli che la misericordia divina opera nell’anima che accetta la grazia della conversione.

“Il sacerdote è segno e strumento dell’amore misericordioso di Dio verso il peccatore.
Segno e strumento di un incontro. Segno vuoi dire che dobbiamo attirare… deve essere coerente, chiaro e comprensibile. Strumento nell’essere disponibile e incidere nelle realtà in modo preciso ed adeguato. L’altra cosa propria di un segno o strumento è di non essere autoreferenziale … siamo servi inutili! (Papa Francesco, Ritiro dei preti … ).

Scriveva san Giovanni Paolo II concludendo il libro “Dono e mistero”: “Non posso chiudere queste riflessioni, nell’anno del mio giubileo sacerdotale, senza esprimere la mia profonda gratitudine per il dono della vocazione, per la grazia del sacerdozio … e suscitare in molti giovani una risposta pronta e generosa alla sua chiamata a spendersi senza riserve per la causa del Vangelo … “.

Occorre avere il coraggio di parlare ad alta voce perché ciascuno si adoperi a creare luoghi, proposte capaci di formare giovani con personalità libere, forti e complete che sanno donarsi a Dio. Non rendiamoli schiavi dei nostri comodi, non ‘costruiamoli’ secondo le nostre attese.
Quanti figli rovinati dalle pretese dei genitori che vogliono vedere realizzato nel figlio quello che loro stessi non hanno potuto o voluto fare!
I tuoi cari genitori che ti hanno generato alla vita, ti hanno accompagnato nel cammino sacerdotale e vegliano ora su di te dalla casa del Padre, siano consolazione certa nella tua giornata terrena, fatta di gioie, preoccupazioni e magari fatiche apostoliche.
I santi Apostoli Pietro e Paolo che per il risorto hanno donato la loro vita, ci donino il coraggio di aderire al progetto di Dio ovunque questo ci porta. Maria madre di Gesù sommo ed eterno sacerdote, con mano materna sostenga ed esaudisca ogni richiesta che porti nel cuore.
Signore Gesù,
donaci il coraggio di affidare la nostra vita al tuo progetto che sta ‘oltre’ le proposte del mondo ed i nostri comodi.
Sostieni le nostre difficoltà ed accompagnaci con la tua Grazia perché la nostra vita sia continua risposta alla necessaria comunione e condivisone.
Amen

Foto Valsassinanews.com

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