LA LECTIO DI DON GRAZIANO: COMUNIONE E COMUNITA’, CIOE’ COMUNIONE IN SENSO PIENO

Scritto il 17 settembre, 2016

La nostra comunione eucaristica, per essere completa, deve avere due direzioni: una verticale e l’altra orizzontale! Questa racchiude virtualmente nel pane, che è veicolo di comunione religiosa con Dio e con gli uomini. Il pane condiviso è un gesto quasi sacro, perché è il segno per eccellenza del lavoro umano, del cibo e della condivisione solidale dei dolori e delle gioie della vita.

1. Comunione “verticale”. La comunione del corpo e sangue del Signore deve essere parte normale della messa, come risposta ovvia all’invito di Gesù: “Prendete e mangiate…”, perché, “se non mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”.

L’Eucaristia è la Pasqua cristiana, la nuova alleanza sigillata nel sangue di Cristo, è la cena del Signore. Pertanto, è un pasto al quale i presenti ovviamente partecipano, cioè si comunicano; inoltre è la condizione per avere la vita, dice Gesù.

Il Cristiano deve vivere una vita così coerente con la sua fede che dovrebbe comunicarsi sempre prendendo parte alla celebrazione eucaristica, perché questo è il modo migliore di parteciparvi.

Addolora vedere cristiani che, pur partecipando regolarmente alla messa domenicale, si accontentano di comunicarsi una volta ogni tanto, in occasioni più solenni o speciali: sarebbe come andare ad un pranzo, perché invitati, e rifiutare di mangiare!

Sarebbe un’offesa per chi ha invitato! E allora una messa senza comunione è sempre una messa a metà!

2. Comunione “orizzontale”. Inoltre, dato che il Corpo di Cristo è anche la Chiesa, come dice san Paolo, e lo formiamo tutti noi che crediamo in Gesù, la comunione eucaristica richiede anche la comunione con i fratelli, con la comunità che celebra l’eucaristia. Ebbene, sfortunatamente, le nostre celebrazioni eucaristiche, le notre messe, spesso risultano carenti umanità.

Qualche volta sono assemblee fredde per mancanza di comunione con i fratelli e, così, rischiano di essere solo semplici riunioni di individui messi insieme, come una folla adunata in una piazza, in un cinema, o in uno stadio. Il calore affettivo affiora solo nelle occasioni importanti. Sarebbe triste dover ammettere che c’è maggiore apertura, conoscenza e intimità personale in molti circoli di amici o sportivi e in altre società, che non nelle nostre riunioni eucaristiche.

Tuttavia, tutti partecipiamo dell’unico pane. Per questo la messa e la comunione, più che devozione privata e individualista, sono celebrazione comunitaria di amore e fratellanza di tutti in Cristo Gesù.

Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 25 settembre 2016
Quarta domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
Rito Ambrosiano “C” –

 

 

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