V settimana di Quaresima di Lazzaro (Gv 8,31-59)

Scritto il 15 marzo, 2016

Ormai ci stiamo avvicinando alla settimana più importante di tutto l’anno liturgico: la settimana autentica. In quella settimana saremo chiamati a contemplare l’amore di Dio per noi: un amore che arriva fino alla fine, che non ha vergogna di mostrarsi per quello che è. Anche noi dovremmo imparare ad essere autentici, cioè ad essere veri, a mostrare anzitutto a noi stessi, e poi agli altri, quella somiglianza con Dio che Lui ha impresso in ciascuno di noi. Dovremmo mostrare quel volto misericordioso che ci potrà rendere amabili.

No al pessimismo sterile La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (cfr Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9). Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male. (EG 84-85) Impegno della settimana Cerco di vedere Gesù nelle persone che incontro e le ricordo nella preghiera.

don Marco, parroco CP Madonna della neve

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