Gli auguri di mons. Rolla: come Zaccheo, in fiducia

Scritto il 30 dicembre, 2014

Abbiamo chiesto al vicario episcopale, mons. Maurizio Rolla, un pensiero per l’Anno nuovo. Con il suo stile, sobrio e penetrante, ha accolto il nostro invito scrivendo questo testo che partecipiamo ai lettori, ai quali chiediamo di leggerlo non come tante notizie “mordi e fuggi”, ma con il tempo e le pause che merita.

Chi se ne intende dice che l’anno solare è un tempo che sta tra i due equinozi di primavera: per questo è possibile, anche in pieno inverno, puntare dritto il risveglio! E non per nulla i credenti in Cristo annunciano che il cuore dell’anno – fosse pastorale, scolastico, sociale, fiscale, sportivo – è la Pasqua.

L’ometto Zaccheo può simboleggiare la voglia di fare nuove scelte, di portarsi dentro un cuore più limpido e di aprire polmoni per un respiro più giusto.

La possibilità concreta di essere condotti in ulteriori e benevole scoperte, per continuare ad allargare orizzonti cogliendo presente e futuro come dono. Attenti, dunque, a non diventare – speriamo di non esserlo già – arraffoni e ingordi.

Il tempo che passa, con noi o nonostante noi, non lascia mai nulla come prima. Occorre saper cogliere le cose che contano e ciò che è essenziale per non trovarci appesantiti nel passo e nei desideri, confondendo il dono come se fosse un acquisto e il mio io come se fosse l’unico esistente. In particolare: ai cristiani è nuovamente chiesto di rendere ragione della speranza che è stata posta in loro con l’incarnazione di Gesù.

E che i regali del Natale avrebbero dovuto, o potuto, ricordarci.

Siamo chiamati a lasciare spiragli di luce dentro quell’umano che sembra in balia di troppi pessimismi e che si danna l’anima per convincerci della ciclica tiritera di un cristianesimo ormai agli sgoccioli.

Nell’approntare le scadenze che – sempre a Dio piacendo – ci consegna il nuovo anno, è buona cosa invocare lo Spirito Santo in modo tale che la sua azione possa sciogliere ciò che in noi e intorno a noi è ancora impacciato e scrostare ciò che è soffocato dal calcare.

Lo Spirito santo possa avvertirci dei mille segnali di Evangelo che solleticano, invisibili, le strade della nostra esistenza.

Dentro il quotidiano lasciamo che il piede indugi sull’acceleratore della gioia, del perdono e della generosità perché il Signore è con noi per condividere un boccone come, appunto, capitò a Zaccheo.

Buon anno!

 da Resegoneonline.it

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