Il Vangelo di oggi ci propone il mandato missionario di Gesù ai suoi apostoli. Meraviglia…
DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 1ª DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE
Scritto il 21 ottobre, 2023

Oggi celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale e le letture della S.Messa convergono sul mandato missionario che la Chiesa ha ricevuto da Gesù. Immagino che il nostro pensiero vada subito alle Missioni nel mondo, ma sempre più la missione è anche a casa nostra, nei nostri paesi, con le persone con le quali si svolge la nostra vita, a volte nelle nostre stesse famiglie. Quali indicazioni possiamo trarre da questa giornata e dalla Parola di Dio ascoltata?
Anzitutto non si tratta di proselitismo a tutti i costi, con l’insistenza di chi vuole che compriamo un certo prodotto; Gesù non toglie il fiato alle persone perché lo seguano; dopo la moltiplicazione dei pani e il suo discorso sulla Eucaristia, quando molti lo lasciarono, rivolto ai suoi discepoli disse: “Volete andarvene anche voi?”.
A nessuno di noi, genitore, prete o educatore, sta a cuore un nostro figlio o ragazzo come sta a cuore a Gesù; eppure Lui ci lascia liberi, perché non vuole che lo si segua per costrizione, ma per convinzione e per amore.
Si apre qui il grande capitolo dell’arte di educare in cui si combinano costrizione e libertà: dove la costrizione è destinata a diminuire con l’avanzare dell’età, e la libertà a crescere.
Educazione che non avviene anzitutto, nè tanto meno solo con le parole, ma principalmente con la propria testimonianza, che non è semplice coerenza, ma rimando a Gesù: Lui solo è il vero maestro e la misura di ciò che è veramente buono e onesto.
Infine, nel Vangelo ascoltato, Gesù stesso ci ha ricordato il cuore dell’annuncio cristiano: “Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”.
È l’annuncio di Gesù e della sua Pasqua.
Il momento della sua morte, che ci ricorda come Gesù si sia calato volontariamente nel nostro male più profondo fino ad accettare di essere Lui stesso colpito e sfigurato.
Ma anche il momento della sua risurrezione che dice: da parte del Padre l’approvazione verso Gesù, e per noi la possibilità del perdono e di una vita nuova.
Non lo diciamo con sicurezza e con orgoglio come se fossimo noi i padroni della fede, ma lo diciamo con umiltà, gratitudine e sicurezza fondata su Gesù: c’è un Dio sopra di noi, che incredibilmente ci ama, e che attraverso suo Figlio Gesù chiama anche noi a essere suoi figli.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale
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