2a via Crucis: Scola: “Misericordia per ascoltare la voce dei miseri del mondo…”

Scritto il 4 marzo, 2016

Dai volti e dai gesti delle persone che Cristo incontra sulla via del Calvario – la Madonna, il Cireneo, la Veronica – nella seconda tappa della Via Crucis quaresimale lo sguardo del cardinale Scola si è allargato alle molte ferite che travagliano oggi l’umanità.

I volti della Misericordia, della Madre, del Cireneo, della Veronica, che segnano la via dolorosa di Gesù fino alla sua seconda caduta. È un appello a riconoscere e a seguire la misericordia viva che nasce dall’incontro con Cristo, quello che il cardinale Scola rivolge alle migliaia di persone che si affollano tra le navate della Cattedrale per la seconda Via Crucis attraverso cui si ripercorrono le Stazioni dalla IV alla VII del cammino catechetico 2016, «Ora si è manifestato il perdono di Dio».

«Saremmo lontanissimi dall’evento di Cristo, passo, morto e risorto – che pure qui ci unisce – senza i volti della Misericordia», nota l’Arcivescovo che, dopo aver portato la Croce fino sull’altare maggiore, parla con forza, direttamente ai fedeli, tra cui, specificatamente invitati per l’occasione, gli appartenenti alle Zone pastorali V (Monza) e VII (Sesto San Giovanni), gli aderenti all’Apostolato della Preghiera, alla Comunità di Sant’Egidio, alle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione e a Comunione e Liberazione.

«È impressionante questo dato: senza l’altro uomo, senza il fratello, Cristo risulterebbe per noi lontano e indecifrabile, tanto che Lui stesso si è fatto uno come noi. Per questo la nostra resistenza degli uni verso gli altri, che si fa subito estraneità, a partire spesso da episodi banali, quando non diventa addirittura inimicizia, è impressionante», riflette ancora Scola. Eppure è proprio l’opera della redenzione di Gesù che ci aiuta e costringe a passare dall’altro. Il pensiero è alle fatiche degli adulti e «ai pasticci affettivi» dei giovani, «ma, soprattutto, alle ferite oggettive degli ultimi, dei grandi poveri di strada, degli immigrati, dei carcerati; degli ammalati: penso anche a noi».

da Chiesadimilano.it


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