1a VIA CRUCIS DIOCESANA: Scola: «La Via Crucis non è solo segno di pietà cristiana, ma di cultura, verità e civiltà per le nostre città, per l’Italia e l’Europa»

Scritto il 11 marzo, 2017

Il Cardinale Scola ha guidato la prima delle Viae Crucis Zonali. A Saronno, per la Zona pastorale IV, sono stati oltre 6000 i fedeli che hanno seguito la Croce di San Carlo con la reliquia del Santo chiodo, vivendo« un gesto di grande consolazione».

Una lunga, lunghissima processione di gente che attraversa la città, in preghiera, ascoltando la Parola di Dio e degli uomini, che si rivolge al Signore mettendo ai suoi pedi i dolori e i drammi di oggi, che riflette nel silenzio del proprio cuore.
Il rito

La Via Crucis che si svolge a Saronno, per la Zona pastorale IV – la prima delle 7 che hanno luogo nelle altrettante Zone della Diocesi con il titolo complessivo, “Si è addossato i nostri dolori” – , è un gesto di popolo, compiuto da oltre 6000 persone di tutte le età che, seguendo la Croce e guidate dal cardinale Scola, attraversano i luoghi della vita quotidiana e sostano in 4 emblematiche Stazioni, la II, la V, la XI e XII.

E, così, il Rito quaresimale si fa immagine viva di un’intera Chiesa che avanza preceduta dalla venerata e preziosa reliquia del Santo chiodo, inserita nella Croce che san Carlo portò tra la gente nel 1576, in occasione della devastante Peste che colpì Milano e le terre ambrosiane.

A salutare l’arrivo dell’Arcivescovo, che entra brevemente nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli accompagnato dal Vicario episcopale di Zona, monsignor Giampaolo Citterio e dal prevosto di Saronno, monsignor Armando Cattaneo, attendono due ali di folla. Si fa sosta nella Stazione “Gesù caricato della Croce” dove brani del Vangelo e una testimonianza tratta proprio dalla Via Crucis di Cracovia parlano della consegna di Cristo ai carnefici e del rifiuto di oggi ad accogliere «tanti disperati che cercano una vita migliore»: anch’essa una condanna a morte. attraverso il fatto che i rappresentanti di questi mondi pieni di fatica, di dolore, di abiezione hanno fatto comprendere una grande verità: che la vita di gioie e di dolori è fatta, ma nella morte in croce dell’unico Innocente, si spalanca un orizzonte carico di speranza per tutti noi».

Di fronte al Signore che ha preso su di sé il peccato di ognuno, «carico di una noia che deprime sempre di più, mano mano che passa il tempo», le prove che ci sono date nella vita sono, infatti, vinte. Le sofferenze «di famiglie che attendono un figlio che non arriva, di sposi che faticano nel loro rapporto e si feriscono reciprocamente, di persone anziane che sentono arrivare nel corpo l’anticipo della morte». E, ancora, è vinta «la prova degli esclusi, di tanti nostri fratelli che cercano un minimo di consistenza e di umanità fuggendo dalle guerre e dalla fame e anche quella nostra che, in pochi anni, abbiamo dovuto subire un cambiamento così radicale». È Lui è l’amore vivente che ha donato la sua vita per tutti: nel profondo di noi stessi, al di là delle nostre paure e fatiche, come vorremmo che questo chiodo perforasse il nostro cuore, sempre troppo duro, estraneo e distante da Colui che si addossato i nostri dolori». Mettiamo ai piedi di questa santa, storica e attuale Croce, di questo Santo chiodo, tutto ciò che ci preme sul cuore, le aspettative, il travaglio, le persone che ci sono care, e riconosciamo con semplicità, cuore sincero e mente vivida, che vogliamo imparare sempre più a seguire Gesù nella sua esperienza di dono totale di sé, nel suo modo di amare, di valutare e agire nella realtà. Questo nostro gesto non è solo un segno di pietà cristiana, ma di verità, di cultura e civiltà per la nostra terra, per l’Italia e per l’Europa e per il mondo.

Sunto automatico da Chiesadimilano.it

Foto Ilsaronno.it

Il libretto della Via Crucis a Saronno –> 06-via crucis 2017 – testo definitivo

L’Omelia del Cardinale Scola –>

 

Like (0)Condividi su
Categories : Chiesa di Milano | Decanato


No comments yet.

Sorry, the comment form is closed at this time.