MAGRO E DIGIUNO PER UNA QUARESIMA DA CATTOLICO

Scritto il 19 febbraio, 2016

Dagli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino. NELL’ASTINENZA Tutti i venerdì di Quaresima

“L’astinenza, o sottrazione di cibo, per sé è cosa moralmente indifferente; ma se è regolata dalla ragione, allora è virtù; ed è virtù speciale, perché trattiene l’uomo dall’impeto speciale di passione verso i piaceri della gola.”

NEL DIGIUNO Il Venerdì Santo

Il digiuno, regolato dalla ragione per il conseguimento di un triplice bene, e cioè:

I. reprimere la concupiscenza,

II. elevare la mente,

III. fare penitenza dei peccati, è un atto di virtù; ed è atto di virtù dell’astinenza, perché esso riguarda i cibi, relativamente ai quali è l’astinenza che ci regola.

Il digiuno, in quanto corrisponde al conseguimento del suo triplice bene, è di diritto naturale e ciascuno vi è tenuto quanto gli è necessario per conseguire tale bene; ma la sua determinazione pratica è di diritto positivo e spetta alla Chiesa; a esso sono tenuti tutti, eccetto coloro che ne hanno uno speciale impedimento; il legislatore infatti guarda alla moltitudine e alla generalità, ma non intende obbligare chi ragionevolmente è impedito di osservare il precetto.

Fu poi convenientemente fissato il digiuno per quei tempi nei quali c’è una ragione particolare di purgare i peccati e di elevare la mente a Dio, come è il tempo di quaresima, della tempora e delle vigilie; ed è ragionevole la legge dell’unica comestione, perché così si soddisfa alla natura e si frena la concupiscenza. È fissato il numero delle cogestioni, ma non la quantità del cibo.

I liquidi sono permessi, perché servono più alla digestione che alla nutrizione. Affinché poi davvero si ottenga che mentre si soddisfa la natura si freni la concupiscenza, l’ora dell’unica comestione fu fissata quando la digestione precedente è da parecchio tempo completa; in memoria poi dell’ora in cui spirò Gesù fu stabilita l’ora nona (che corrisponde alle nostre ore 15); e a chi digiuna, per lo scopo stesso del digiuno fu giustamente interdetto l’uso delle carni, delle uova e dei latticini, perché questi soprattutto sono deliziosi e provocanti il senso.”

L’Astinenza

L’Astinenza dalle carni o giorno di magro è un precetto generale della Chiesa cattolica che impone di non mangiare carne il venerdì e gli altri giorni prescritti.Secondo la norma ecclesiastica i fedeli sono tenuti all’astinenza dalle carni in tutti e singoli i venerdì dell’anno, purché non coincidano con un giorno annoverato tra le solennità dal calendario liturgico della Chiesa cattolica. Il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo sono richiesti il digiuno e l’astinenza, il Sabato Santo sono solo consigliati. Fino all’inizio del XX secolo la legge dell’astinenza dalle carni proibiva di consumare uova e latticini, oggi non più; però oggi è richiesta anche l’astinenza dai cibi e dalle bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi troppo ricercati e costosi. La Conferenza episcopale italiana ammette ai nostri giorni la sostituzione dell’astinenza con una diversa forma di mortificazione in tutti i venerdì dell’anno, esclusi quelli di Quaresima.

Il Digiuno

Attualmente i fedeli cattolici sono tenuti al digiuno ecclesiastico e all’astinenza dalla carne due volte l’anno, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. La legge del digiuno obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di fare una seconda refezione leggera. L’acqua e le medicine sia solide sia liquide si possono assumere liberamente. La legge dell’astinenza dalle carni non proibisce di consumare pesce, uova e latticini, ma proibisce di consumare, oltre alla carne, cibi e bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi. I parroci possono, per giusta causa, dispensare i singoli fedeli o le famiglie dall’osservanza del digiuno e dell’astinenza, o commutarlo con altre opere pie. L’insieme delle norme dell’astinenza e del digiuno costituiscono il 4° dei cinque precetti generali della Chiesa Cattolica (“In giorni stabiliti dalla Chiesa astieniti dal mangiare carne e osserva il digiuno”) che ha come fine di garantire ai fedeli il minimo necessario nell’impegno penitenziale; tuttavia “per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a proprio modo”, specialmente nel tempo penitenziale della Quaresima; i Vescovi italiani hanno suggerito, a tal proposito, nuove forme di penitenza accanto a quelle tradizionali, come l’astensione dal fumo e dalle bevande alcoliche, dalla ricerca di forme smodate di divertimento, dai comportamenti consumistici, il digiuno dalla televisione. Il Codice di Diritto canonico obbliga poi tutti i fedeli che vogliono ricevere l’Eucaristia ad astenersi “per lo spazio di almeno un’ora prima della sacra comunione da qualunque cibo o bevanda, fatta eccezione soltanto per l’acqua e le medicine”.

Glossario

Concupiscenza: La concupiscenza è generalmente definita come un forte desiderio, specialmente, anche se non esclusivamente, per quei piaceri sessuali che la Sacra Scrittura dichiara essere illeciti, proibiti dalla volontà rivelata di Dio, brama, desiderio specialmente di piaceri sensuali, il bramare ardentemente, un’inclinazione naturale per piaceri non puri. Nel nuovo Testamento è un concetto che indica desiderio. Nella persona governata dal peccato, il desiderio diventa disordinato e contrapposto alla volontà di Dio, quindi peccaminoso, o diretto verso ciò che la Bibbia considera peccaminoso. È così che il termine è usato per “avidità”, o per quelle cose che soffocano la parola del Vangelo.

1. La legge del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera…

2. La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.

3. Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; 1. alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.

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Categories : Decanato


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