LA LECTIO DI DON GRAZIANO: AL NOSTRO FIANCO, MA CON LIBERTA’!

Scritto il 17 gennaio, 2016

E’ un racconto simpatico quello del “miracolo di Cana” soprattutto perché apprezza il buon vino! Ma è anche un racconto alquanto misterioso e per certi versi sconcertante. E’ piuttosto strana la risposta che Gesù dà a sia madre; e poi quello che succede dopo…

Questa stranezza è come un cenno d’intesa che l’evangelista rivolge ai suoi lettori e uditori (come “strizzare l’occhio”) per far capire che il racconto contiene un messaggio cifrato: fatti e parole vogliono dire “di più” di quel che si dice e si racconta. Se ci si ferma al solo fatto narrato si rischia di arenarsi subito o nella palude dello scetticismo (Mah! Chissà se è poi proprio vero…) o nelle secche della curiosità superficiale e disimpegnata. Magari ringraziando – con un tantino di irriverenza – quante cose Gesù potrebbe utilmente trasformare ai nostri giorni: come certo “vino” in vino vero, o certo liquame che scorre nei nostri fiumi e canali in vera acqua. Partecipando ad un banchetto di nozze Gesù, invitato fra altri invitati, manifesta segretamente la sua identità divina con il gesto “creatore” di trasformare l’acqua in vino.

Questo episodio ha valore di “segno”. Così vengono chiamati in realtà, nel Vangelo di san Giovanni quei gesti di Gesù che noi chiamiamo “miracoli”: segni, cioè fatti che devono far pensare, far capire delle cose più grandi e più impotanti di ciò che si vede. E qui la “cosa più importante” non è l’imbarazzo della situazione e il miracolo che risolve, ma la “presenza di Gesù”, nella cui persona si realizzano le “nozze”, l’unione più profonda tra Dio e l’umanità, proprio perché Gesù è insieme “vero Dio e vero uomo.

E’ questa la vera festa, in cui il vino buono e abbondante delle misericordia di Dio, della sua grazia, del suo amore riconosciuto e creduto nella gioia, sostituisce l’acqua di una religiosità fatta di doveri e di pratiche.

Si può e si deve amare Dio con passione, non solo “per dovere”, come Dio ha amato l’umanità “con passione”, sposandone la causa fino ad assumerne il dolore e la morte in Cristo Crocifisso.

E questa è l’energia che viene da Dio e che agisce attraverso di noi in tutto ciò che è vero, bello, buono, giusto e santo…

Don Graziano vicario parrocchiale
Seconda domenica dell’anno – Le Nozze di Cana
Rito Ambrosiano “C” – Gv 2, 1 – 11

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