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NEL SABATO SANTO 2023 IL GIRO DEGLI ALTARI DELLA RIPOSIZIONE
Scritto il 8 aprile, 2023

Si è svolto anche in occasione della Pasqua 2023 il Giro dei Sepolcri che ha visto protagonisti bambini e ragazzi, accompagnati da don Gianmaria Manzotti, delle Comunità Pastorale Madonna della neve e Maria Regina dei monti. Questo rito che si svolge in occasione del Silenzio del Sabato Santo, prevede che ogni fedele visiti le chiese con gli altari della reposizione allestiti. Secondo la tradizione si devono visitare 5 sepolcri che simboleggiano le piaghe di Cristo o 7 sepolcri che rimandano ai dolori della Madonna (da qui l’origine dell’altro nome del giro delle sette chiese).
Nell’accezione popolare si è quindi radicata un’usanza che parte da diversi presupposti sbagliati. Partiamo dal nome: anche dal punto di vista della dinamica precisa della Passione e Morte di Cristo riportata dai Vangeli, mai, in alcun modo, la sera del giovedì santo si dovrebbe ricordare il “sepolcro”. Il giovedì è la notte in cui Gesù cena per l’ultima volta insieme ai suoi discepoli più cari; è la notte del tormento nell’orto degli ulivi, è la notte in cui Giuda lo tradisce e lo consegna ai soldati romani; è la notte in cui viene processato dal sommo sacerdote Caifa e riconosciuto colpevole di bestemmia per aver affermato di essere il figlio di Dio. E’ la lunga notte in cui Gesù viene torturato, schernito e incoronato con una corona di spine, ma al termine di quella notte è ancora vivo. Quindi nel celebrare quella giornata non avrebbero dovuto esserci riferimenti al Sepolcro, che compare, invece, nel venerdì quando, dopo la condanna e la crocifissione Gesù muore alle 15 del pomeriggio. Da cosa si originò dunque la svista? La tradizione della visita ai Sepolcri risale al Medioevo, all’epoca di Carlo Magno, e si è costruita intorno al rituale della Missa in coena Domini. La messa del giovedì santo, infatti, terminava con l’esposizione dell’ostia, Corpo di Cristo, sopra l’altare per permettere l’adorazione dei fedeli. Altari che per l’occasione venivano addobbati con candele accese e fiori e profusione di incenso e che esponevano l’ostia all’interno di contenitori sempre più elaborati e decorati che ricordavano le urne sepolcrali. Tutta la ritualità dell’altare dell’adorazione, quindi, venne assimilata come la commemorazione di una veglia funebre e di conseguenza finì col trasformare l’altare in sepolcro nella memoria della gente.
L’ indicazione dei sette sepolcri da visitare per compiere il proprio dovere di cristiano, invece, deriva dalla sovrapposizione di un altro rito: il pellegrinaggio alle sette chiese creato da San Filippo Neri nel ‘500 sulla base delle sette grandi basiliche esistenti a Roma. Trattandosi, in entrambi i casi, di visite a piedi alle varie chiese, facilmente i due riti si fusero nel giro dei “Sette Sepolcri” che assumeva così anche il valore di una sorta di penitenza. Il rituale infatti prevedeva che si recitasse un’Ave Maria, un Padre Nostro e un Gloria in ognuna delle chiese visitate, che non dovevano mai essere meno di tre e comunque sempre in numero dispari. Il sette non era casuale perché era considerato numero sacro per il cristianesimo: sette sono le virtù, sette sono i vizi capitali, sette erano i gradi della perfezione. Compiere correttamente il giro dei sepolcri, in origine, permetteva al fedele di ottenere l’indulgenza plenaria concessa nei Giubilei.
- Giro dei Sepolcri CP Maria Regina dei monti
- Giro dei Sepolcri CP Maria Regina dei monti
- Giro dei Sepolcri CP Madonna della neve
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