Le condizioni attuali e le prospettive della Pastorale Giovanile diocesana – ANNO PASTORALE 2014-2015

Scritto il 27 agosto, 2014

Le sfide, gli ambiti, gli obiettivi, il metodo di lavoro alla luce della verifica del progetto di Pastorale Giovanile “Camminava con loro”.

L’anno pastorale che comincia sarà caratterizzato, nella nostra intenzione, da uno slancio particolare. Questa spinta positiva viene dalla verifica portata a termine nell’anno trascorso sul progetto di Pastorale Giovanile Camminava con loro. La stessa promulgazione del progetto prevedeva che a distanza di tre anni se ne compisse una valutazione, al fine di rendere la proposta sempre più efficace.

Il confronto con i vari soggetti attivi nella Pastorale Giovanile diocesana ha permesso di comprendere meglio la situazione attuale dei ragazzi e dei giovani in ordine alla fede e di chiarire ulteriormente il compito di evangelizzazione da assumere nei loro confronti. Da un lato sono state confermate le intuizioni di fondo del progetto stesso, dall’altro sono emersi ulteriori elementi per una più precisa identificazione delle scelte pastorali.

La riflessione ha potuto assumere un respiro più ampio grazie ai recenti autorevoli testi del magistero, in particolare l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco e la Lettera Pastorale Il campo è il mondo del nostro Arcivescovo, il Card. Angelo Scola.

Facendo tesoro del cammino sinora compiuto, vorrei qui offrire qualche considerazione sintetica circa le condizioni attuali e le prospettive future dell’annuncio del Vangelo ai ragazzi e ai giovani della nostra diocesi.

Le sfide

Raccogliendo dalla Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium alcune espressioni chiare e forti, si può delineare un quadro non generico delle sfide di questo momento: “Molteplice ed opprimente offerta di consumo, tristezza individualistica, un cuore comodo e avaro, ricerca malata di piaceri superficiali, coscienza isolata, preminenza di ciò che è esteriore, immediato, visibile, veloce, superficiale, disorientamento generalizzato, tremenda superficialità al momento di impostare questioni morali” (cf. Evangelii Guadium, 2. 62. 64). Due fenomeni di enorme portata sono sotto i nostri occhi: alta tecnologia di comunicazione e mescolanza culturale. Tali fenomeni intervengono a determinare quel processo di “globalizzazione” la cui conseguenza più evidente è una profonda mutazione dell’esperienza relazionale: i legami tra le persone appaiono da un lato molto rilevanti e necessari, dall’altro molto fragili, precari, fluidi, instabili. Come afferma un acuto sociologo, viviamo in un’epoca di “relazioni liquide”.

La grazia del momento

È proprio della potenza dello Spirito santo trasformare le grandi sfide in occasioni di salvezza. Ciò che è richiesto dal tempo in cui si vive è contemporaneamente un invito ad accogliere la grazia corrispondente. Si intuisce che l’annuncio del Vangelo in questo momento esige di puntare su due aspetti: la verità e la bellezza di una vita autenticamente espressa (contro il primato del consumo e dell’apparenza, ma anche contro il disorientamento cronico e l’opinabilità generalizzata) e la gioia di relazioni intense e profonde. C’è bisogno di offrire al mondo la testimonianza attraente della “vita buona del Vangelo”, che ultimamente consiste in una reale capacità di amare. Lo stile sarà quello autenticamente evangelico del rispetto, dell’accoglienza, dell’umiltà, della mitezza, della misericordia, del perdono, della condivisione, ma anche della franchezza, del coraggio, della rettitudine, della perseveranza.

Ambiti di vita e aspetti costitutivi

Un ulteriore appello che giunge dalla situazione attuale è l’invito a legare sempre più fortemente la fede alla vita. Lo richiama il nostro Arcivescovo nella sua Lettera Pastorale Il campo è il mondo: “ La fede cristiana mostra la sua universale fecondità aprendo la libertà a tutte le dimensioni dell’esistenza” (p. 30). Gli affetti, il lavoro, il riposo e la festa, ma anche l’esperienza della fragilità e l’inserimento nella vita sociale sono le dimensioni del vissuto umano che ricevono dal Vangelo luce e forza. La fede in Cristo conferisce a questi ambiti di vita una forma singolare, nobile e attraente, in piena sintonia con la vocazione originaria dell’uomo creato a immagine di Dio. È la vita secondo lo Spirito, intreccio armonico di sentimenti, desideri, decisioni, pensieri, progetti, attività, realizzazioni corrispondenti alla verità più profonda dell’essere umano.

Se ci chiediamo in quale modo si presenta al mondo questa vita redenta e da quali aspetti fondamentali è costituita, la risposta ci giunge da un passo del Libro degli Atti degli Apostoli che il nostro Arcivescovo ha ricordato a più riprese. È il testo di At 2,42-47a nel quale, descrivendo l’esperienza della prima comunità cristiana di Gerusalemme, si mettono in luce queste caratteristiche costitutive: l’ascolto della Parola di Dio, la celebrazione liturgica dei misteri di Cristo, la preghiera personale e comunitaria, la vita fraterna, la passione missionaria nei confronti del mondo. Ci siamo abituati a sentir parlare di questi aspetti e tendiamo a intenderli come semplicemente giustapposti: settori della vita cristiana da tenere in considerazione, impegni da assumere e su cui verificarci. In realtà non si tratta anzitutto di questo, ma piuttosto l’insieme di questi aspetti forma qualcosa di profondamente unitario, cioè un’esperienza di vita nuova e straordinaria. È la vita che il mistero Pasquale ha inaugurato nella storia, la vita nella sua forma “cristiana”, cui è legata la promessa della benedizione e quindi della felicità.

Obiettivo primario della PG

La Pastorale Giovanile è chiamata a promuovere questa fondamentale esperienza di vita, accogliendo la grazia di questo momento storico e affrontandone le sfide. Che cosa comporta questo sul versante della proposta concreta? Comporta che la Pastorale Giovanile andrà anzitutto pensata come pastorale di supporto e di accompagnamento, il cui obiettivo sarà la vita cristiana dei ragazzi e dei giovani in relazione alle comunità di appartenenza e agli ambiti di vita. L’attenzione andrà concentrata sull’esperienza complessiva della fede, sulla sua capacità di unificare la vita, sul senso di appartenenza vitale a una comunità di fratelli nella fede. Una simile impostazione domanda un convinto investimento sugli aspetti essenziali della vita cristiana di cui sopra si è detto (come stanno vivendo i ragazzi e i nostri giovani l’ascolto della Parola, la liturgia, la preghiera, la fraternità, la missione?), una forte adesione al vissuto quotidiano, uno sguardo di media o lunga distanza nella progettazione, un forte innesto delle iniziative diocesane nel cammino unitario in corso, un’attenzione privilegiata alla dimensione relazionale, una verifica costante sul campo.

Lavorare insieme

Il nostro desiderio è che di tutto questo ci si faccia carico insieme, ciascuno per la sua parte. Grande rilevanza avranno in quest’azione pastorale tutti i soggetti operanti ai vari livelli della realtà ecclesiale. I responsabili del Servizio Diocesano per i Ragazzi e per i Giovani volentieri offriranno, come hanno fatto finora, quanto sarà utile per un cammino di fede dei ragazzi e dei giovani che andrà pensato sempre in rapporto con il loro vissuto di ogni giorno. Occorrerà quindi impostarlo nell’ambito delle singole parrocchie o comunità pastorali, delle unità di Pastorale Giovanile, dei decanati, delle zone pastorali, tenendo anche conto di ambienti di vita quali la scuola, l’università, i luoghi di svago e di socializzazione, gli ambiti di impegno sociale. La stessa verifica del cammino andrà compiuta con regolarità da coloro che operano sul territorio, seppur sempre in dialogo con i Responsabili della Pastorale Giovanile diocesana. Ai Vicari Episcopali, ai Decani, ai Presbiteri incaricati della Pastorale Giovanile, alle consacrate e ai laici che operano nel tessuto vivo della Chiesa mettiamo a disposizione le energie e le competenze del nostri uffici diocesani e chiediamo loro di aiutarci a compiere sempre meglio questa azione di supporto al quotidiano cammino di fede dei ragazzi e dei giovani. È questo che ci sta a cuore. Come pure ci preme operare in stretta collaborazione con tutte le associazioni e movimenti ecclesiali, nella logica della pluriformità nell’unità, facendo in modo che ciascuno metta a disposizione il proprio carisma in reciproca profonda comunione, cioè nella viva coscienza di appartenere tutti ad una stessa Chiesa diocesana.

di Sua Ecc.za Mons. Pierantonio Tremolada
Vicario episcopale per l’Evangelizzazione e i Sacramenti

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