Mi sono soffermato sulla prima lettura, sull’esperienza vissuta da Mosè sul Sinai. Provo sempre una…
DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA PRECEDENTE IL MARTIRIO DEL PRECURSORE
Scritto il 24 agosto, 2024
Se non viviamo in maniera spensierata la nostra vita, se, invece, siamo ben presenti a noi stessi, alla vita, a tutto ciò che ci circonda e che avviene nel mondo, è facile ritrovarsi a fine giornata ad avere a che fare con tante domande, tante paure, spaventati e demotivati. Uno sguardo attento al mondo e alla vita ci fanno constatare che sono troppe le incognite, sono troppi i problemi e le difficoltà, le fatiche, troppe le speranze deluse, i tentativi falliti di cambiare qualcosa. Le nostre fragilità ci pesano e a spesso ci spaventano. Ciò che non siamo noi e ciò che non conosciamo sono incognita che ci intimorisce.
Nella Parola di Dio di oggi troviamo alcune luci.
Nella prima lettura le parole di una madre e di suo figlio prima di essere trucidati dal re Antioco testimoniano una fede incrollabile in un Dio che non abbandona chi si affida a lui e vive con coraggio l’obbedienza alla sua legge.
Paolo nella seconda lettura scrive: “siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”
Sono testimonianze che sembrano la traduzione nella vita della Parola di Gesù: “non abbiate paura!”
Quanto queste parole ci toccano davvero il cuore? Quando lasciamo che avvolgano la nostra vita con tutte le nostre fragilità e paure?
Sono parole, pronunciate da chi ci ritiene più preziosi della sua stessa vita, che non possiamo lasciare che perdano la loro forza a causa dalle tantissime parole che invece fomentano e amplificano le paure. Quelle di Gesù sono parole che fanno bene a noi e che noi, discepoli di Gesù, anche con la vita possiamo offrire agli altri. È importante che noi non fomentiamo le paure e invece aiutiamo altri ad aprirsi alla fiducia in Dio. Non dobbiamo avere paura di niente e di nessuno. Se c’è qualcuno che dobbiamo temere questi è Dio. Non sta parlando di Satana o di un suo servitore quando Gesù dice: “abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo”. Satana ha solo il potere di spingerci a rifiutare Dio e il suo amore. Gesù sta parlando di Dio, ma di cui poi subito dice: “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!”. Dio ha il potere di far perire nella Geenna ma Dio non dobbiamo aver paura. Ha questo potere ma non lo usa contro di noi che ai suoi occhi valiamo più di molti passeri. Ricordiamoci anche che con la sua pasqua Gesù ha già vinto su satana definitivamente e che satana può solo tentarci di dubitare di Dio, del suo amore e spingerci così a scegliere noi di perderlo per sempre. Con Dio noi dobbiamo vivere il santo timore: la consapevolezza di avere a che fare con un Padre buono, misericordioso, esagerato nell’amore verso ogni uomo perché considerato il suo tesoro preziosissimo, mentre siamo ben consapevoli della nostra fragilità, piccolezza e povertà che potrebbero davvero sciupare, o rendere inefficace, a causa della nostra libertà “giocata” male, tutto il suo amore. Non possiamo dire “io non valgo niente, sono brutto”. Noi valiamo la vita di Gesù, tutti agli occhi di Dio valgono la vita di Gesù. Noi, tutti, però possiamo, cosa stupida e davvero inspiegabile (e questo potrebbe essere davvero il potere di Satana), chiuderci al suo amore o rifiutarlo, spegnere il fuoco del suo amore, dubitare di essere preziosi e unici per Lui.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo
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