Riflettendo e pregando su questo brano di Vangelo ho sentito risuonare nella mente ciò che…
DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA 5ªDOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA
Scritto il 27 settembre, 2025

Non fatevi mettere i piedi in testa. E’ sacrosanto e giusto farsi restituire ciò che è stato prestato. Con gli altri dovete fare esattamente quello che loro fanno con voi. Oppure: è normale, anzi è giusto amare quelli che ti amano, fare del bene a chi sa comprenderlo e apprezzarlo e poi riceverlo restituito con tanta gratitudine. Cercate di amare quelli che vi possono restituire amore. Siate saggi, prudenti, calcolatori, non sciupatevi per niente. E’ cosa buona giudicare, anzi è necessario farlo senza remore.
Se accogliessimo queste raccomandazioni saremmo riconosciuti come veri discepoli di Gesù?
Ci sarebbe qualcosa di bello e di nuovo nella nostra vita e attorno a noi?
Finalmente ci sarebbe pace, tolleranza, rispetto?
Ecco invece cosa è capace di portare tra noi qualcosa di nuovo.
Sono cose certamente difficili da vivere ma tutte le cose più belle e più vere nella vita non richiedono sforzi e sacrifici?
Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Ecco qualcosa di nuovo! Si interromperebbe decisamente la catena dell’odio.
Saremmo davvero gli uni per gli altri dono di pace, di fraternità, di amicizia.
E se non fosse così Gesù cosa sarebbe per noi? di fatto, concretamente, nella nostra vita, Gesù cosa sarebbe per noi?
Se non fosse così come potremmo dire che Gesù è via, verità e vita?
E che ne faremmo della sua Pasqua? Come potremmo dire che siamo stati salvati dalla morte e dalla sua risurrezione? come potremmo rendere davvero onore all’amore crocifisso di Gesù e alla forza sbaragliante della sua risurrezione?
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Sono domande che non possono essere eluse, o dimenticate.
Cosa fate di speciale se agite così? Se amate e fate del bene secondo questi criteri? Dove? In cosa si vedrebbe il nostro essere discepoli di Gesù?
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Se non siamo figli dell’altissimo cosa siamo? Chi siamo? Siamo peccato? Siamo errore? Di chi siamo figli? Riusciamo a dirlo? Perché no? Se non siamo figli dell’altissimo siamo figli del suo terribile opposto!
E allora? Perché non vogliamo essere “figli nel figlio?”.
Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo
Sorry, the comment form is closed at this time.















































No comments yet.