DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA 1ª DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE

Scritto il 26 ottobre, 2024

“Li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore”. E subito aggiunge: E disse loro: “andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura”. Ma cosa succede…come può Gesù consegnare a delle persone inaffidabili la missione di evangelizzare tutto il mondo? Lo può fare perché il vero protagonista del loro andare è lo Spirito Santo. Forse il rimprovero serve loro per ricordare quella necessaria umiltà che deve caratterizzare il loro impegno. Non possono andare per le strade del mondo considerando la missione come qualcosa che dipende interamente da loro, dalle loro energie e dalle loro capacità, dal loro protagonismo e dalle loro strategie. Non andranno soli: “il Signore agiva insieme con loro. Diversi “segni” arricchiranno il loro cammino confermando la bontà di quello che diranno. La loro sarà una parola che converte, che solleva, che dirige, che consola e che rialza, che libera e che incoraggia, che dona speranza, che apre a qualcosa di nuovo.

Si tratta anche di testimoniare l’amore che ha raggiunto proprio loro duri di cuore. Nella missione ci si deve avvicinare a chi si incontra, come ha fatto Filippo con l’eunuco di cui si parla nella prima lettura. Occorre far sentire, nelle circostanze in cui ci è dato vivere, l’amore di Dio per noi e per il mondo. È possibile farlo uscendo dal nostro guscio, dalle nostre paure, dai sensi di colpa, dai rimorsi, dalle scuse, dalla falsa umiltà, dalle nostre fragilità e debolezze.

Ricorre la giornata missionaria… oggi le terre lontane si sono fatte vicine, tanto vicine e anche qui tra noi la buona notizia del volto misericordioso di Dio e non del Dio adirato, chiede di essere ridetta con forza, gioia ed entusiasmo. E la condizione, secondo il racconto degli Atti, è abolire le distanze e  “salire sul carro”. Che cosa suggerisce lo Spirito a Filippo: “Va’ avanti e accostati a quel carro”. “Accostati” e ascolta… non si deve avere fretta di dire, di istruire, di fare prediche. Serve soprattutto fare domande perché si ottengono più inizi di cammino con domande che con lezioni o prediche.

Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo

 

 

 

 

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