DON MARCO RUFFINONI DI INTROBIO SARA’ SACERDOTE SABATO 5 SETTEMBRE

Scritto il 17 maggio, 2020

l’Arcivescovo ha deciso la data di ordinazione dei nuovi presbiteri, tra cui c’è don Marco Ruffinoni di Introbio. Dovevano essere ordinati sabato 13 giugno ma la data è stata spostata a sabato 5 settembre. Più avanti la Comunità Pastorale Madonna della neve si organizzerà per preparare l’occasione e per festeggiar il novello sacerdote.

Don Marco Ruffinoni si presenta:
S
ono don Marco Ruffinoni, ho 25 anni e sono originario di Introbio. Quest’anno il Santo Padre Francesco per la XXXV giornata mondiale delle vocazioni ci ha invitato a riflettere sul tema “Giovane, dico a te, alzati!” (Lc 7,14).

La vocazione è questo: un cammino che chiede di riconoscere i segni della presenza del Signore nella propria vita, interpretare “per chi” mi chiedono di vivere e quindi scegliere; è quello che ha vissuto il ragazzo del Vangelo: di fronte alla Parola del Signore che lo invitata ad alzarsi, neppure la morte è stato in grado di trattenerlo. È quello che hanno vissuto i miei 21 compagni, ognuno con la sua storia, la sua origine, un unico “per chi”. È anche la mia storia, forse niente di sensazionale, ma una storia di segni da riconoscere e interpretare per poter scegliere nella libertà.

Fin da bambino sono stato educato alla fede, in particolare dall’esempio dei nonni. Durante gli anni dell’adolescenza ho avuto modo di incontrare molti sacerdoti (don Cesare Luraghi, parroco di Introbio, don Alfredo Zoppetti, originario di Introbio, e poi don Marco, che molti di voi hanno conosciuto…), alcune suore, alcuni laici impegnati: ognuno con la sua vita, la sua storia, la propria vocazione e il Signore Gesù come fonte e origine di tutto… ecco il “per chi” che dava senso al loro credere e al loro vivere.

Quella della vocazione è una ricerca non facile, che chiede di mettersi in discussione, di affrontare qualche fatica e delusione, di essere additati a volte… ma è uno scrutare che dà un orizzonte certo alla ricerca del senso della nostra vita… ma anche questo non basta!

Un tesoro prezioso va custodito, certo, ma va anche condiviso, perché non resti un possesso egoistico, ma possa essere motivo di gioia e crescita anche per gli altri. Ecco perché, come Candidati 2020, ci sentiamo chiamati a custodire l’unità tra di noi nel Signore Gesù, ma al tempo stesso desideriamo mettere la nostra vita a disposizione della Chiesa per il servizio, “perché il mondo creda” e possa gustare la presenza di Dio nella propria vita, rialzandosi dalla propria condizione di buio e morte.
Una pretesa eccessiva? Certamente per le nostre forze… ma non per la forza del Cristo Risorto… In molte delle nostre storie c’è stato qualche momento di dubbio (il più comune è “perché proprio io?”), di fatica, di rifiuto… in tutte c’è il riconoscimento certo di un amore più grande, più vivo, più vero di ogni altra cosa, un “per chi” autentico, capace di farti lasciare tutto, i tuoi sogni, ambizioni, desideri, per un invito più grande, definitivo, appagante: «Seguimi».

E tu, per chi vuoi vivere?
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza» (Papa Francesco)

«Perché il mondo creda» sono le parole che come Candidati 2020 hanno ispirato la scelta del nostro motto. Inserito nel più ampio contesto della preghiera che Gesù rivolge al Padre nell’ora della passione, questo versetto richiama a due aspetti significativi per il ministero che ci stiamo preparando ad assumere. Anzitutto “l’essere uno”: solo la comunione con Lui e l’autentica fraternità tra noi, sostenuti dal pane della Parola e dell’Eucaristia, può rendere credibile l’annuncio, con la parola e con la vita, del suo Vangelo. Quindi “l’essere presi a servizio” per l’umanità: il cammino intrapreso ormai da alcuni anni, che ora va verso il passo definitivo, non è una nostra pretesa ma una resa. Desideriamo che la nostra vita sia una testimonianza autentica, perché il mondo creda che ogni persona è amata e chiamata da Dio in modo del tutto speciale.

don Marco Ruffinoni, diacono

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