Proseguendo nel cammino dell’Avvento, oggi la Liturgia ci offre questa pagina di Vangelo che ci…
DON GABRIELE COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DOPO NATALE
Scritto il 27 dicembre, 2020

Il Vangelo di oggi, ci offre, a sostegno della nostra fede in Gesù, la testimonianza di due apostoli: Giovanni e di Pietro. Con la frase conclusiva del Vangelo di oggi: “Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”, Giovanni ci offre la sua testimonianza. Giovanni, dice il Vangelo, è il discepolo che Gesù amava.
E’ lui che non ha mai abbandonato Gesù, che era presente con Maria sotto la croce; è il discepolo che durante l’ultima cena si è chinato sul petto di Gesù chiedendogli chi lo avrebbe tradito; è il discepolo che per primo corre al sepolcro e crede; è il discepolo che, nelle prime apparizioni di Gesù dopo la sua risurrezione, lo riconosce sulla spiaggia.
Giovanni quindi è il discepolo della fedeltà.
Ma c’è anche Pietro, un uomo più rude, più impulsivo, ma che Gesù sceglie come suo successore e al quale dà le chiavi del Regno dei cieli.
A questo Pietro Gesù dice: “Tu seguimi”, e Pietro lo seguì fino a morire anche lui sulla croce.
In Giovanni scopriamo la tenerezza con la quale amava Gesù e nel suo Vangelo e nelle sue lettere ci fa scoprire il messaggio di gioia e di comunione che nasce dalla Incarnazione del Figlio di Dio: “Quello che era da principio, che abbiamo visto e udito e che le nostre mani hanno toccato, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con il Padre e con Gesù suo figlio, e la nostra gioia sia piena”.
In Pietro troviamo un po’ la fatica di ogni discepolo nel seguire Gesù fino in fondo a quel “Tu seguimi”.
Però anche Pietro, pur dopo l’incertezza del rinnegamento, lo seguì fino alla fine.
Leggendo il Vangelo sembra di intuire dietro alle parole di Gesù riguardanti Giovanni: “Se voglio che egli rimanga finchè io venga, a te che importa?” l’intendimento che Giovanni renda testimonianza a Gesù non con una morte violenta come Pietro, ma con l’essere testimone, con la sua persona e la sua parola, della straordinaria esperienza di ”aver toccato il Verbo della vita”.
Oggi ci è offerta questa duplice testimonianza: di Pietro e di Giovanni.
“Tu seguimi”, è la parola che emerge da questo Vangelo e che Gesù rivolge anche a noi.
Non dice “và”, ma “seguimi”.
Lo immaginiamo che cammina davanti a noi, mentre ci tende la mano per aiutarci a camminare per le stesse strade a volte così faticose della vita,
Don Gabriele
Vicario parrocchiale
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