DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DOPO IN MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA

Scritto il 2 settembre, 2023

Nel Vangelo di oggi, il martirio di Giovanni Battista sembra che agiti ancora la coscienza di Erode. Ma ecco che ora un’altra domanda non gli dà pace: “Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui?”. Domanda decisiva per tutti, anche per noi cristiani di oggi, perché tutto dipende dal fatto se la figura di Gesù vive in noi nella sua originaria pienezza, oppure è sbiadita e confusa. Nel corso dei secoli gli uomini hanno dato diverse rispo-ste a chi è Gesù; per tanti è il Figlio di Dio fattosi uomo come lo professiamo nella nostra fede cristiana, ma c’è stato anche chi lo ha semplicemente ritenuto un grande benefattore dell’umanità, o un idealista, ecc.

Oggi sembra che il mondo non trovi più motivo di porsi questa domanda: sembra cammini orgoglioso e fiducioso in se stesso: non ha bisogno di Gesù, si salva da sé!

Anche nella Chiesa sembra prevalere l’aspetto organizzativo che ha fatto certo del bene, ma che non è la fede.

Fede è riconoscere Gesù, come fecero

il cieco guarito, quando riconobbe in Gesù non solo il suo guaritore, ma il “Figlio dell’Uomo”;
o Tommaso, quando riconobbe Gesù risorto ed esclamò: “Mio Signore e mio Dio”;
o Pietro, quando sentendo dire da Giovanni: “E’ il Signore!”, si vestì e si gettò in mare per raggiungerlo.
Abbiamo anche noi tanto bisogno che quel “E’ il Signore!” Risuoni nelle nostre coscienze.

Lui è colui che ci rivela Dio: “Dio nessuno lo ha mai visto. Solo il Figlio che viene dal Padre ce lo ha rivelato”.

Solo Lui può farci conoscere il Padre, e, come dice la Liturgia, Lui è la mano che il Padre tende a noi peccatori.

Lui è signore della vita e vincitore della morte, come disse e dimostrò risuscitando Lazzaro.

Lui è il termine del cammino personale e di tutta la storia: “quando verrà nella sua gloria a giudicare tutte le genti”.

Dimenticare tutto questo è rendere la religione non un rapporto vivo con il Signore ma una organizzazione, e perdere la percezione di un Dio che, nonostante la sua onnipotenza, sceglie di abbassarsi e di umiliarsi come ha fatto visibilmente in Gesù, dandoci così la misura del suo amore per noi.

Oggi il Vangelo si conclude con Gesù che annuncia alle folle il Regno di Dio: è il desiderio di Dio sulla nostra povera umanità.

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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