Spontaneamente ci piace molto la parabola offertaci oggi da Gesù e la sua conclusione. Due…
DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
Scritto il 5 marzo, 2022

Per noi ambrosiani, la Quaresima si apre sempre con questo scenario di lotta: le tentazioni subite da Gesù nel deserto. Stupisce leggere nel Vangelo che “lo Spirito condusse Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Verrebbe da chiedere a Dio: “Ma tu da che parte stai?”. E’ che non siamo marionette davanti a Dio, né fiori da appartamento che guai alle correnti d’aria.
Siamo persone, piene di una dignità che Dio stesso ci ha dato e rispetta, poste nel vortice della storia, dove giocare la nostra libertà e dare un senso alla nostra esistenza.
Il deserto, già di per sé luogo di essenzialità, era per gli Ebrei anche il luogo della decisione fondamentale della vita: con o senza Dio.
Come Gesù si spogliò della sua divinità, e assunse la condi-zione di servo per essere simile a noi uomini, così aveva bisogno delle tentazioni perchè emergesse decisa la sua scelta di essere tutto per il Padre, per il Regno e per noi.
Le tre tentazioni provate da Gesù riassumono le tentazioni che anche noi dobbiamo affrontare nella nostra vita: quelle del potere, del possesso, della gloria.
Ma a queste tentazioni Gesù risponde rifiutandole sempre con assoluta decisione, citando ogni volta la Parola di Dio.
Per questa sua decisione fu approvato dal Padre: approva-zione che si manifesterà appieno con la sua risurrezione e che oggi intravvediamo nella conclusione di questo Vangelo: “Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli si avvicina-rono e lo servivano”.
La Quaresima che la Chiesa ci propone sull’esempio di Gesù è un cammino di liberazione e di vita nuova.
Tutta la creazione, dice San Paolo, desidera questo con noi:
lo desidera la natura che in tante sue forme di vita chiede di essere potata per crescere più rigogliosa; lo chiede questo nostro mondo che vorrebbe uscire da divisioni, da malattie, da prepotenze e da guerre.
Lo desideriamo anche noi, per noi stessi, per le nostre famiglie e per le comunità in cui viviamo.
Ma per arrivare a questa vita nuova la strada passa obbligatoriamente attraverso la rinuncia e il sacrificio, come è stato per Gesù.
Lui colloca ancora la sua persona umiliata e uccisa nella nostra storia di oggi: nel mezzo della pandemia, delle guerre, delle nostre miserie, divisioni, egoismi: Lui, un seme incredibilmente piccolo davanti alle durezze del mondo, eppure incredibilmente forte e pieno di vita così che , mostrandolo prima della comunione, possiamo proclamare la nostra fede: “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.
L’invito a comunicarci di Lui è invito ad unire le nostre fatiche al suo sacrificio perché “venga il suo Regno”.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale
Like (0)Condividi su
Sorry, the comment form is closed at this time.
No comments yet.