DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA FESTA DI CRISTO RE

Scritto il 6 novembre, 2021

A conclusione dell’anno liturgico, che è il ripercorrere la vita di Gesù, questa domenica ci propone la Festa di Cristo Re dell’universo. Gesù è Re. il suo trono sta nei cieli; ma prima di essere lassù ha provato anche l’amarezza della croce che è stata il suo primo trono. Sono belle le parole di un canto sulla regalità di Gesù: “Figlio dell’Altissimo, povero tra i poveri Vieni a dimorare tra noi. Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli, vieni nella tua maestà. Re dei re! I popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano Re dei re Luce degli uomini, regna col tuo amore tra noi…”

Ma cosa fa di Gesù “Re”?

Certamente la sua regalità gli viene dall’essere Figlio di Dio Creatore del cielo e della terra, e con una parola brutta, padrone del mondo. A Lui, lo vogliamo o no, tutto tornerà.

Ma soprattutto lo fa Re il suo amore per ogni uomo, la sua vita donata per tutti. Gesù è diventato Re facendosi da Dio servo tra gli uomini, come ci ha detto San Paolo: “non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sé stesso divenendo servo.

Per questo ogni uomo in ginocchio lo proclama “Gesù è Signore” a gloria di Dio Padre”.
Quella di Gesù non è dunque una regalità “per discendenza”, cioè perché è Figlio del Padre, ma è una regalità conquistata con la sua obbedienza e la Croce.

E la sua regalità non si esprime attraverso l’imposizione di un potere o di un comando, ma attraverso l’attrazione esercitata dal servizio e dal sacrificio: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.

Abbiamo tanto bisogno di fermarci a contemplare il Crocifisso per cogliere l’amore e la bellezza che esprime.

A prescindere dall’autenticità della Sindone, dietro agli occhi chiusi di quell’uomo che immaginiamo sia Gesù, scorgiamo la vera regalità e bellezza: quella di un amore grande come il sacrificio esprime.

Contemplando oggi Gesù crocifisso e Re dell’universo, impariamo a guardare a quante persone intorno a noi e nelle nostre stesse famiglie vivono una regalità come la sua: fatta di servizio e di sacrificio, di lavoro e di onestà, di fedeltà senza nulla pretendere.

Lasciamoci conquistare dalla signorilità e bellezza che ci sono in questo loro modo di servirci e di amarci per imparare a vivere anche noi così.

Don Gabriele
Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

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