Nel Vangelo di oggi, l’inizio della predicazione di Gesù in Galilea si ricollega all’arresto di…
DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 7ª DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI
Condividi su FacebookScritto il 12 ottobre, 2019

Anzitutto una premessa: oggi Gesù ci parla attraverso 3 parabole, perché ogni parabola ci dice un aspetto della verità, ma non la sua totalità. Occorrono più parabole per dire la completezza della verità che Gesù ci vuole comunicare; oggi questa verità è il Regno dei Cieli. Le prime due parabole – il tesoro nel campo e la perla preziosa – sono simili ed esprimono la ricerca del regno e la sua preziosità, per il quale lasciare con gioia ogni altra cosa pur di averlo. Sono parabole che suscitano in noi alcune domande: potremmo dire che regno dei cieli è la comunione con Gesù e con il Padre: è questo ciò che cerchiamo, o altro? siamo disposti a lasciare tutto con gioia pur di vivere in questa comunione? La terza parabola mette in evidenza che il regno è per tutti, e il giudizio finale. Noi vorremmo fosse adesso il momento del giudizio di Dio (come strappare subito la zizzania dal grano) perché vorremmo un Dio che castigasse a dovere (mentre noi ci riteniamo dalla parte dei giusti). Ma Dio aspetta. Questo è il tempo della sua pazienza o, meglio, della sua misericordia, fatta di desiderosa attesa, di ricerca di noi, di tutti, ma che non prescinde dalla conversione, E fa tutto questo attraverso il sacrificio della sua persona: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.
Noi vorremmo che mettesse ordine con la sua potenza; Lui vuole raggiungerci con la sua umiliazione perché questa non fa essere giusti per paura del castigo, ma tocca il cuore e suscita conversione. Va però anche detto che la sua misericordia è sì per tutti ma esige, per parte nostra, un atteggiamento di ravvedimento, di sincera e umile domanda di perdono, quella che chiamiamo “conversione”. Oggi abbiamo udito anche la parola forte di Paolo: “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, ecc. erediteranno il regno di Dio”. E ricordiamo il grido di Papa Giovanni Paolo II ai mafiosi nella Valle dei Templi ad Agrigento: “Convertitevi”. La parola conclusiva del Vangelo di oggi non ci permette di banalizzare la misericordia di Dio (come se, davanti ai nostri sbagli, dicessimo con arroganza e superficialità: “tanto Dio è buono!”); misericordia che cominciamo a capire quando non la capiamo più perché è oltre ogni nostra misura.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale
Foto di Fcarbonara – Opera propria, CC BY-SA 4.0,
Sorry, the comment form is closed at this time.
No comments yet.