TANTI FEDELI A PASTURO PER LA MADONNA DELLA CINTURA

Scritto il 6 settembre, 2016

Anche quest’anno la prima domenica di settembre è stata caratterizzata a Pasturo dalla Festa della Madonna della Cintura. La processione, dopo la messa, è stata presieduta da monsignor Eugenio Cazzani accompagnato dal residente don Antonio Fazzini e dal parroco don Lucio Galbiati.

La statua della Madonna della Cintura è stata donata ai pasturesi da Dionigi Doniselli nel 1886 e in occasione della sua festa che viene celebrata la prima domenica di settembre l’immagine viene esposta in trono e poi portata in processione per le strade del paese.

Foto Piras

La storia della Madonna della Cintura

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, data in cui la Chiesa fa memoria di Sant’Agostino. Come accade anche in altri casi ne consegue che le celebrazioni possono cadere un anno in un mese ed un anno in un altro.

La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l’ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve letteralmente coperta da un’ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e decisamente penitenziale.

Tale veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi che approfittarono dell’opportunità troviamo Sant’Agostino, il figlio di Monica e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell’ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da Sant’Agostino.

Nel tempo, si è formata poi un’associazione con tanto di indulgenze concesse dall’autorità ecclesiastica che richiede soltanto l’iscrizione all’associazione, di indossare la cintura e la recita quotidiana di una coroncina di 13 Pater, un Credo e una Salve Regina.

Certamente, la cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell’età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio.

Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei “cinturati” questo accessorio viene interpretato come l’umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature e pertanto portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore.

Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra Santa Monica e Sant’Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra codificata nel corso del tempo dalla tradizione: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori che permettono di evidenziare il particolare all’interno della composizione dell’immagine.

Il fatto che più colpisce è tuttavia che l’iconografia appare molto simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario (ottobre è il mese dedicato a questa forma devozionale) e la stessa Cintura si può confondere, se non si osservano le immagini attentamente, con tale strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l’altro femminile.

Altro elemento interessante è costituito dal fatto che vi sono immagini in cui accanto all’appellativo di Madonna della Cintura compare quello di Vergine della Consolazione: in altra occasione, studiando gli aspetti storici del Santuario della Consolata di Torino ho avuto modo di riscontrare un rapporto fra la Madonna della Cintura e quella della Consolata in una non meglio definita iconografia di statue presenti in un’area geografica molto limitata: è difficile in effetti trovare una netta distinzione iconografica fra le devozioni appena indicate specie per i secoli passati.

D’altronde, a livello iconografico i passaggi fra una forma devozionale e l’altra risultano abbastanza graduali e sfumati e l’individuazione di questi ultimi è sicuramente uno degli studi più interessanti dal punto di vista iconografico.

 

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